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JULIA QUINN “A SIR PHILLIP, CON AMORE (BRIDGERTON 5)

JULIA QUINN

Julia Quinn è lo pseudonimo usato da Julie Pottinger (New York 1970), per firmare i suoi romance.

Durante l’ultimo anno all’Harvard College, l’allora giovanissima Julie non aveva chiaro cosa volesse fare da grande. Dopo mesi di tentennamenti e dubbi, la neo laureata in Storia dell’Arte finì per optare per la Scuola di Medicina ma scoprì di dover attendere ben due anni prima di poter accedere a Yale o alla Columbia. Così decise che nel frattempo avrebbe potuto provare a scrivere un romance. In poco tempo pubblicò tre romanzi. Entrata finalmente a Medicina, per diversi mesi si concentrò sul nuovo ciclo di studi ma, alla fine, si rese conto che la scrittura era la sua vera passione e lasciò la Scuola.

La Quinn oggi viene tradotta in 29 lingue, è stata per 19 volte nella classifica dei Best Seller di New York, ha vinto il Rita Award nel 2007 e da una delle sue saghe Shonda Rhimes ha tratto la serie televisiva evento del 2020.

LA SAGA DI BRIDGERTON

La saga da cui Shonda Rhimes (già nota sceneggiatrice di “Grey’s Anatomy”, “Private Practice”, “Scandal” e “Le regole del delitto perfetto”) si è basata per la serie televisiva evento del 2020 è quella di Bridgerton, scritta fra il 2000 ed il 2013. Si tratta di nove romanzi, ambientati nella prima metà dell’ottocento, che vedono protagonisti i rampolli di casa Bridgerton, una delle più solide e antiche famiglie della nobiltà britannica. La prima stagione televisiva prende spunto dal primo volume e, presumibilmente, la seconda, già annunciata, si rifarà al secondo. E’ giusto far presente comunque che la distanza fra “Il Duca e io” e la relativa versione TV è notevole: le differenze sono moltissime, sia in termini di intreccio che di personaggi.

A SIR PHILLIP, CON AMORE (BRIDGERTON 5)

Inghilterra, 1823. Durante una festa nella tenuta del Duca di Hasting, Eloise Bridgerton lascia di soppiatto Londra alla volta del Gloucestershire per andare a conoscere Sir Phillip Crane, con il quale corrisponde ormai da un anno e che, pur non avendola mai vista, le ha proposto di sposarlo.

In effetti, dopo il matrimonio di Penelope e Colin, l’esuberante Eloise, ormai ventottenne, ha iniziato a pensare che rifiutare a cuor leggero ben sei pretendenti non sia stata una grande idea, che la solitudine non sia poi così desiderabile e che sia meglio correre ai ripari. Considerato però il panorama maschile londinese, l’idea di poter conoscere qualcuno al di fuori del suo ambiente e con cui sente da tempo una certa affinità epistolare, sembra essere un’ottima opportunità ed Eloise la coglie al volo.

Giunta a sorpresa presso Romney Hall però la rampolla Bridgerton scopre un uomo molto diverso da quello che aveva immaginato. Sir Phillip è un trentenne piacente ma ben poco raffinato, più interessato al lavoro manuale del botanico che non alla conversazione e intenzionato a trovare una madre per i suoi due gemelli di otto anni piuttosto che alla ricerca di una compagna di vita. In effetti il baronetto ha vissuto delle esperienze non poco traumatizzanti, prima a causa di un padre crudele e violento, poi per colpa della moglie depressa e morta suicida ed ha difficoltà a rapportarsi con gli altri, soprattutto con le donne e con i suoi stessi bambini che, di conseguenza, sono due vere pesti.

Eloise comunque avverte anche delle vibrazioni positive e che fra loro vi sia una certa attrazione fisica è evidente fin dall’inizio ma sarà davvero possibile costruire un matrimonio felice partendo da basi tanto insolite ?

GIUDIZIO

Il quinto romanzo della saga Bridgerton si discosta molto dai precedenti. Innanzitutto per la prima volta non compaiono gli articoli di Lady Whistledown ed i capitoli si aprono invece con degli estratti dalle lettere di Eloise. In secondo luogo il processo di innamoramento è più lento e maturo. In ogni modo la presenza del clan Bridgerton garantisce ironia e dialoghi brillanti e ormai l’autrice è veramente brava con la costruzione psicologica dei protagonisti che risultano credibili e di spessore. Giudizio pienamente positivo.

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