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PAOLO ROVERSI “CARTOLINE DALLA FINE DEL MONDO (LA SESTA INDAGINE DI ENRICO RADESCHI)”

PAOLO ROVERSI

Paolo Roversi è nato a Suzzara, in provincia di Mantova, nel 1975; si è laureato in Storia contemporanea all’università di Nizza; si è stabilito a Milano (dove vive ancora oggi) ed ha iniziato una carriera assai articolata.

Ha collaborato con numerosi giornali e riviste (“Corriere della sera”, “Rolling Stone”, “GQ”, ecc), ha lavorato come sceneggiatore per la televisione (“Distretto di polizia”), gestisce la casa editrice digitale “MilanoNera” e scrive libri.

Roversi è considerato uno dei massimi esponenti del noir metropolitano ed i suoi romanzi hanno vinto numerosissimi premi. La sua fama come giallista è in gran parte dovuta alla serie che ha come protagonista il giornalista hacker Enrico Radeschi. Si tratta di sei volumi tutti autoconclusivi ma che varrebbe la pena di affrontare in base all’ordine cronologico previsto dall’autore (rispettando anche l’uscita in corso d’opera di alcuni prequel):

1 – La confraternita delle ossa

2 – Blue Tango

3 – La mano sinistra del diavolo

4 – Niente baci alla francese

5 – L’uomo della pianura

6 – Cartoline dalla fine del mondo

7 – Alle porte della notte

CARTOLINE DALLA FINE DEL MONDO (LA SESTA INDAGINE DI ENRICO RADESCHI)

Milano, inverno 2017. Durante un prestigioso evento al palazzo dell’Arengario, sotto il celebre dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo “Il Quarto Stato”, uno degli invitati, specialista informatico della TechHackCorp, si accascia e muore. Il video del decesso viene contestualmente postato online su tutti i social e l’omicidio viene rivendicato da tale “Mamba Nero”.

La questura di Milano si ritrova dunque subito sotto pressione: l’omicidio è stato commesso con un raro veleno di serpente e l’assassino è un abilissimo hacker che sfida apertamente le forze dell’ordine. Il caso è affidato al vicequestore Loris Sebastiani, capo della Mobile, che, vista la natura dell’indagine, può anche contare sulla collaborazione di Giacomo Faes, ingegnere dell’unità d’analisi del crimine informatico. Il nuovo commissario è un ragazzo in gamba e con i PC ci sa certamente fare, ma Sebastiani si rende presto conto di doversi rivolgere al suo esperto di fiducia: il giornalista-hacker Enrico Radeschi.

Radeschi ha lasciato l’Italia e vive, ormai da otto anni, a Cipro, sotto mentite spoglie, per evitare la vendetta del famigerato Hurricane. Certo sente molto la mancanza di Milano e della Bassa, dei suoi cari, di Buck, del suo Giallone e del suo lavoro ma si mantiene aiutando un noto contrabbandiere di birra, lavora come archeologo volontario, conduce una vita sana, sta lontano dai mezzi tecnologici e, tutto considerato, è sereno.

Nell’inverno del 2017 però Hurricane risulta ormai deceduto, Sebastiani si presenta a Cipro in cerca d’aiuto ed Enrico decide di tornare a casa.

Milano è molto cambiata in otto anni. Diversi sono i negozi ed i locali, nuovo il clima che vi si respira. Buck è ormai vecchio. Diego Fuster gestisce con enorme successo il blog “Milano nera”, alla cronaca nera del Corriere c’è una nuova giornalista d’assalto e nel vecchio appartamento di Radeschi si è stabilita una cugina. Enrico impiega qualche giorno ad ambientarsi ma poi va a trovare i suoi a Capo di Ponte, inizia una convivenza tutto sommato semplice con la cugina ed il suo cagnolino, recupera dal deposito il Giallone e riprende la collaborazione con Sebastiani, stavolta con un vero e proprio contratto di consulenza.

Intanto però Mamba Nero continua a colpire indisturbato ed i suoi nuovi attacchi hanno come filo conduttore la TechHackCorp e le opere di Leonardo da Vinci. Arrivare alla verità richiederà grandi sforzi e tutto l’intuito dell’ex giornalista che però alla fine, ancora una volta, riuscirà a spuntarla.

GIUDIZIO

Fra la pubblicazione de “L’uomo della pianura” e l’uscita di “Cartoline dalla fine del mondo” sono passati più di otto anni e l’autore ha deciso di trasporre la lunga parentesi anche a livello narrativo. Ne consegue che i primi capitoli del nuovo romanzo servono sia al lettore che all’autore per recuperare in qualche modo il tempo perso ed hanno un ritmo piuttosto lento. Recuperato il gap temporale però l’azione si velocizza e l’indagine accelera sempre più fino al colpo di scena finale, veramente inaspettato. Lo stile è quello cui Roversi ci ha ormai abituati: fresco, ironico, infarcito di dialoghi brillanti e ricco di descrizioni vivide ma mai pesanti. I personaggi secondari sono pennellati alla perfezione, a sottolinearne le caratteristiche principali, mentre i veri e propri protagonisti spiccano e mostrano una chiara personalità attraverso gesti e parole. Insomma quello di Enrico Radeschi è un graditissimo ritorno e c’è da augurarsi che l’autore non opti per future sparizioni.

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