recensioni

LUCINDA RILEY: “DELITTI A FLEAT HOUSE”

LUCINDA RILEY

Lucinda Riley è il nome d’arte di Lucinda Edmonds, nata a Lisburn, in Irlanda, nel 1968, e morta di cancro a giugno del 2021.

Terminati gli studi, la Riley aveva provato senza successo ad intraprendere la carriera di attrice. Così, a 24 anni, nel 1992, scrisse il suo primo libro, diventando, in pochi anni, un’autrice di successo, tradotta in 28 lingue e con all’attivo più di cinque milioni di copie vendute.

Negli ultimi anni la Riley si era concentrata sulla famosa saga “Le sette sorelle” ma, contemporaneamente, si era comunque dedicata anche a romanzi stand alone fra cui, appunto, “Delitti a Fleat House”, suo unico thriller uscito postumo nell’ estate 2022.

DELITTI A FLEAT HOUSE

Gennaio 2005. North Norfolk, brulla e desolata regione inglese affacciata sul Mare del Nord. Fleat House, uno dei pensionati della St. Stephen’s School, istituto paritario per ragazzi/e dai 10 ai 18 anni.

L’appena maggiorenne Charlie Cavendish muore per uno shock anafilattico indotto da farmaci. Non è pensabile si sia trattato né di un suicidio né di un errore, è stato un omicidio ed il padre del ragazzo, un Pari del Regno, coinvolge Scotland Yard.

Il caso viene affidato a Jazmine Hunter, detta Jazz. La bella ispettrice trentenne in effetti rientra nei ranghi della prestigiosa organizzazione appositamente per l’inchiesta in questione, dopo essersi presa un lungo periodo sabbatico a causa di un tempestoso divorzio dal marito e collega Patrick, che non solo l’aveva tradita ma l’aveva anche messa in cattiva luce sul posto di lavoro rubandole, in buona sostanza, una promozione.

Nonostante i disagi dovuti ad alcune carenza tecnologiche e i gravi problemi personali legati ancora all’ex marito e all’incerta salute del padre, Hunter si butta a capofitto nell’indagine e, forte dell’appoggio del suo storico braccio destro, con un attento lavoro investigativo e potendo contare su una profonda conoscenza dell’animo umano e su un eccellente intuito, Jazz riesce ad arrivare alla verità, che affonda le radici in un lontano e torbido passato.

GIUDIZIO

“Delitti a Fleat House” è un romanzo che la Riley ha scritto intorno alla metà degli anni 2000 ma che ha poi rinchiuso in un cassetto. In effetti si tratta del suo unico giallo, giunto al pubblico postumo per volontà della figlia.

Si tratta di un noir all’inglese di impostazione classica. Il ritmo narrativo non è lento ma neanche sincopato ed è caratterizzato da un andamento costante, privo di accelerazioni e frenate. Il lettore viene guidato alla scoperta del colpevole tramite tecniche investigative prevalentemente tradizionali. Il clima che si respira è quello da camino e cioccolata calda ed è reso vivo grazie a descrizioni particolareggiate ma mai pedanti. Lo stile è scorrevole ma non eccessivamente colloquiale ed i dialoghi sono puntuali e contestualizzati. I protagonisti sono tutti tridimensionali, soprattutto l’Ispettrice, magnificamente volitiva sia nella sfera lavorativa che in quella personale.

Personalmente il romanzo mi è piaciuto moltissimo e mi dispiace che l’autrice non abbia voluto cimentarsi in altri libri di questo genere. Consigliatissimo.

Facebooktwitterredditpinterestmail

Facebooktwitteryoutubeinstagram

Lascia un commento