recensioni

Allison Pearson “Dura la vita!”

ALLISON PEARSON

Judith Allison Lobbett Pearson è nata in Galles nel 1960.
Dopo la laurea in letteratura inglese, dapprima ha lavorato come insegnante, poi si è occupata di pubblicità, quindi è diventata editorialista per svariate testate giornalistiche ed, infine, opinionista per alcune importanti reti televisive.
Nel 2002 la Pearson ha pubblicato il suo primo romanzo “Ma come fa a far tutto”, che ha riscosso notevole successo ed è anche stato trasposto in un film con protagonista Sarah Jessica Parker. Nel 2010 ha pubblicato il young adult “Credo di amarti”. Ad inizio 2018 è uscito il suo terzo libro, “Dura la vita!”, sequel del romanzo del 2002.
La Person è stata sposata negli anni ’80 con il collega giornalista Simonh Pearson. In seguito ha intrecciato una relazione con il critico televisivo Anthony Lane. I due non si sono mai sposati e si sono lasciati nel 2017 ma insieme hanno avuto due figli, che vivono con la madre (e due barboncini) a Cambridge.
Nel corso degli anni la Pearson ha avuto diversi problemi economici, sia con la casa editrice che con il fisco.

DURA LA VITA!

In “Ma come fa a far tutto” Kate Reddy era una madre di 42 anni con un marito in carriera, due bambini piccoli ed una brillante posizione da consulente finanziaria. Il doppio ruolo di madre e donna d’affari però la turbava non poco. In seguito ad una relazione extra coniugale del tutto platonica con un importante cliente, Jack Abelhammer, i suoi sensi di colpa erano stati esacerbati al punto che Kate aveva deciso di lasciare il lavoro e fare la mamma praticamente a tempo pieno.
In “Dura la vita” ritroviamo Kate sette anni dopo.
Prossima al giro di boa dei 50 anni ed alla menopausa (problematiche ormonali incluse), Kate si ritrova con due figli adolescenti, Emily di 17 anni e Ben di 14, che hanno ancora bisogno di lei ma che tendono comunque ad ignorarla per la maggior parte del tempo e con i quali ha grosse difficoltà ad instaurare un dialogo. Anche il rapporto con il marito Richard procede ormai stancamente, soprattutto da quando lui ha smesso di esercitare come architetto per riqualificarsi come terapista e si è dato alla vita salutare. Inoltre Kate deve gestire madre e suoceri, tutti e tre molto avanti con gli anni e con diversi problemi di salute.
Avendo sulle spalle un impegno economico notevole in seguito all’acquisto di una grande e vecchia casa tutta da ristrutturare e senza più lo stipendio di Richard su cui contare, Kate è costretta a tornare a lavorare. Per riuscire però a trovare un posto nella finanza deve fingersi più giovane di quanto non sia in realtà e ad investire una considerevole quantità di energie in una lunga e dolorosa operazione di “auto-restauro”.
Data la situazione decisamente non idilliaca, quando Jake torna a farsi vivo, la crisi di mezza età di Kate raggiunge l’apice e la costringe a tutta una serie di scelte che mai avrebbe pensato di dover o poter fare.

GIUDIZIO

Nel 2002 avevo letto “Ma come fa a far tutto” non appena uscito in libreria e ne ero rimasta così entusiasta che credo di averlo regalato praticamente a tutte le mie amiche (il film al contrario non mi ha convinta fino in fondo, ma è anche possibile che la cosa in parte dipenda dal fatto che davvero non posso tollerare Sarah Jessica Parker). Per altro mi ritrovavo molto all’interno del libro, visto che ero prossima al parto e fortemente combattuta in merito alla decisione se rientrare o meno a lavoro una volta concluso il periodo di maternità.
Memore di quanto mi fosse piaciuta all’epoca la storia di Kate e di quanto avessi apprezzato lo stile della Person, così abile nel far ridere pur trattando tematiche molto delicate, ho accolto con entusiasmo la notizia dell’uscita del sequel. Il nuovo romanzo però è stato davvero una delusione.
Mentre nel primo libro avevo reputato credibili i sensi di colpa di Kate ed esilaranti le situazioni in cui si veniva a trovare a causa del continuo scontro lavoro-famiglia, trovo che il sequel sia profondamente irritante. La Kate cinquantenne è totalmente succube dei figli e del marito, non ha alcuna autostima e consente ai suoi cari atteggiamenti e comportamenti che una donna brillante ed intelligente non dovrebbe assolutamente tollerare. Anche io vivo con un’adolescente e certamente so quanto sia difficile trovare il modo di comunicare con mia figlia ma, neppure nei mie incubi peggiori, le consentirei di schiavizzarmi come fa Kate. Né permetterei mai a mio marito di isolarsi facendo ricadere sulle mie spalle tutto il peso emotivo ed economico della famiglia.
Dunque, sebbene il romanzo sia ben scritto ed alcune circostanze descritte riescano comunque a far sorridere, l’ho trovato poco credibile e assai lontano da quel piccolo gioiello che era stato “Ma come fa a far tutto”.

Dura la vita!

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