diario di bordo

Gli addobbi di Natale

Giovedì 8 Dicembre, ore 5.15. “Mamma è ora di alzarsi!” la voce squillante di mia figlia ancora bambina, che ho registrato sul cellulare come notifica di sveglia, suona inesorabile e mi trapana il timpano. Allungo la mano per tacitare la fonte del rumore molesto e intanto apro gli occhi. So già che sono le 5.15, perché mi alzo sempre a quell’ora. Fisso comunque i numeri e la data che la Oregon Scientific proietta sul soffitto della camera e realizzo che è l’8 Dicembre, l’Immacolata. Ansia e stanchezza mi attanagliano nell’arco di un secondo: questo non è un normale giovedì, è una giornata di festa … più nello specifico è il giorno in cui ogni anno da 15 anni la mia famiglia addobba la casa in previsione del Santo Natale.

Dunque, già esausta al solo pensiero, mi alzo per allenarmi (perché al mio metabolismo di quarant’enne non gliene importa nulla del fatto che sia festa: se non mi alleno l’ago della bilancia, inesorabilmente, punterà su un numero indesiderato). Dopo i miei 12 km di corsa sul tapis roulant, madida di sudore, metto in moto la lavatrice, sveglio il cane e gli do da mangiare, spalanco tutte le finestre, eccetto quelle delle stanze dove mio marito e mia figlia ancora dormono beati. Trafitta dall’aria dicembrina frizzante, per così dire, mi concedo una doccia (con l’infisso del bagno socchiuso!), quindi mi bevo un caffè, stendo il bucato e preparo la colazione per i belli addormentati. Finalmente chiudo le finestre e fumo una sigaretta in attesa che la temperatura interna della casa torni ad un valore accettabile. Alle 8.00 sveglio Luca ed Elisa. I due fanno la tradizionale corsa allo stereo già pronto per inondare l’intera casa di musica natalizia con la nostra apposita usb: un centinaio di interpretazioni delle venticinque canzoni di Natale! Mentre i miei due Tesori mangiano entusiasti all’idea della giornata che li aspetta, io apro le finestre delle camere da letto e, ben immersa nella corrente dicembrina, rifaccio i letti. Quindi sorbisco il mio secondo caffè e ascolto il programma dei miei cari su come procedere con le decorazioni.

Come ogni anno si è stabilito di partire con gli addobbi esterni. Mi infilo nel sottoscala (Luca ed Elisa sono troppo alti per questa operazione) e trascino fuori le nostre due renne, la stella cometa, il Babbo Natale che si arrampica, la ghirlanda del portone ed il filo di luce rossa che va sistemato sugli aceri alla destra del cancelletto di ingresso (pregando fra me e me che almeno questo si sia fulminato … povera illusa!). Luca recupera le scatole e le porta fuori. Tutti imbacuccati sistemiamo animali, stella, ghirlanda e Babbo in tempi relativamente brevi. Poi è la volta del filo di luci. E’ compito mio drappeggiarlo sui rami spogli e mi accingo all’impresa. Una volta finito, Elisa accende l’interruttore e tutti guardiamo con occhio critico: i mini led sono tutti addossati sui due lati mentre il centro dei quattro aceri nani è praticamente spoglio. Districo il filo e ricomincio da capo. Ancora una volta il risultato si rivela fallimentare. La tensione sale. Marito e figlia mi guardano come se avessero a che fare con l’ultima delle incapaci. Elisa esprime il concetto, Luca non si azzarda. Provo per la terza volta. Finalmente mi pare che il risultato possa andare e mi volto soddisfatta. Dagli sguardi capisco subito che loro non sono altrettanto convinti. Ho un momento di stizza e grido “Allora sistematevelo voi sto maledetto filo! Io vi aspetto in casa!”. Rientro sbattendo la porta. Per farmi passare il malumore e per calmarmi mi bevo il terzo caffè della giornata (e ancora non siamo all’ora di pranzo!) e salgo nella camera degli ospiti che si affaccia sul giardino d’ingesso per ridere a mia volta dei disperati tentativi di marito e figlia. Elisa accende le luci e sotto di me, ben disegnato con tutti i led rossi c’è il profilo esatto del nostro cane: in 10 minuti quei due disgraziati hanno disegnato Gamby! Il fumo mi esce dalle orecchie, deve essere evidente dal momento che nessuno dei due ha il coraggio di fare battute! Eliminati scarpe e giacconi mi immergo di nuovo nel sottoscala per tirare fuori le varie palline e gli alberi di Natale … sì gli alberi, perché a casa mia di alberi di Natale se ne fanno due: uno in salone ed uno in camera di Elisa! Montiamo gli aggeggi e ci fermiamo per pranzo. La musica di Natale viene fermata e noi ci apprestiamo alla visione del film di Tim Burton “Nightmare before Christmas” … come ogni anno da 15 anni! Finita la visione (con Luca ed Elisa che interpretano a memoria le battute di tutti i personaggi), riprendiamo il lavoro. Tiriamo fuori dagli scatoloni i fili di luci, i festoni (lo so sono anni che non vanno più di moda ma Luca ed Elisa si rifiutano di rinunciarci!) e le varie palline. Dividiamo addobbi (quelli del salone e quelli della cameretta) e compiti: Luca ed Ely si bevono la cioccolata pomeridiana e fanno fuori tutti i torroncini della casa, io lavoro. Verso le 18.00 “abbiamo” finito. Recupero di nuovo dal sottoscala il Folletto e passo con impegno l’aspirapolvere. Poi lo rimetto al suo posto e dispongo sotto l’albero del salone i pacchi che ho già provveduto nei giorni scorsi a confezionare. Luca porta le tazze della cioccolata in cucina ed Elisa raddrizza il tappeto … Ci guardiamo tutti soddisfatti e quasi commossi. Mio marito esclama “E’ stato un lavoraccio ma ne è valsa la pena!” … lo ucciderei! Mi trattengo e recupero la macchina fotografica per la cerimonia conclusiva: Luca (50 anni suonati) prende Elisa sulle spalle (166 cm di figlia con la muscolatura di un atleta) e lei infila la punta sull’albero nuovo del salone: da 2 metri e sessanta (quello vecchio era solo 2,10 e non dava sufficiente soddisfazione secondo i miei!). Immortalato il momento è la volta della foto dell’intero nucleo familiare, cane compreso: Buon Natale a tutti!

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