recensioni

James Runcie “Sidney Chambers e l’ombra della morte”

JAMES RUNCIE

James Runcie è nato a Cambridge nel 1959. Si è laureato nella sua stessa città natale nel 1981 in letteratura inglese. E’ sposato con una produttrice televisiva ed hanno due figlie (una nata in seno al loro matrimonio, l’altra invece è figlia di primo letto della moglie e Lui l’ha adottata).

Ha lavorato come documentarista (in particolare ha preparato uno speciale su J.K. Rowling durante la stesura dell’ultimo Harry Potter), drammaturgo, produttore televisivo e romanziere. E’ stato anche direttore artistico del Festival della Letteratura di Bath e ha vinto due BAFTA.

Come romanziere ha pubblicato quattro libri stand alone (da noi, in italiano, è uscito solo “La scoperta del cioccolato” del 2001) ed una collana di sei romanzi sulle indagini del Reverendo Sidney Chambers (in italiano al momento sono disponibili i primi due volumi “L’ombra della morte” e “I pericoli della Notte”), per il quale pare essersi ispirato al padre ecclesiastico. La serie ha riscosso un notevole successo, tanto che dal 2014 la rete ITV ne ha prodotto una trasposizione televisiva. Le prime due serie sono già andate in onda (qui da noi su “Giallo”), la terza invece è ancora inedita. Anche il telefilm è piaciuto molto al pubblico, soprattutto grazie alla bravura e all’alchimia dei due attori principali, James Norton, che interpreta il Reverendo, e Robson Green, nei panni dell’Ispettore Keating.

SIDNEY CHAMBERS E L’OMBRA DELLA MORTE

Siamo a Grantchester, un paesino vicino Cambridge, all’inizio degli anni ’50. L’ambiente corrisponde perfettamente all’immaginario collettivo dei paesini inglesi dell’epoca: cottage dai tetti in paglia con giardini curatissimi, individui amanti delle regole del decoro e del buon gusto ma anche del pettegolezzo fatto a mezza bocca.

Sidney Chambers è il Reverendo della locale Comunità protestante. Ha fatto carriera in fretta, ottenendo presto una sua Parrocchia, nonché una cattedra all’Università. E’ giovane, appena trentenne, di buoni natali e di bell’aspetto, appassionato di Jazz e amante del buon bere (soprattutto birra e whisky). Ha combattuto in prima linea durante la seconda guerra mondiale e l’esperienza lo ha profondamente segnato. Probabilmente non è un caso che, in seguito, abbia intrapreso la carriera ecclesiastica e sviluppato una grande capacità di compassione nei confronti della natura umana, dei suoi vizi e delle sue virtù. Questa sua particolare sensibilità si affianca ad un innato spirito d’osservazione.

Uno dei suoi più cari amici è l’ispettore Geordie Keating. Uomo tutto d’un pezzo, gran lavoratore, con una bella famiglia, ma senz’altro meno perspicace e riflessivo rispetto a Sidney.

I due amici guardano alla vita e ai suoi eventi in modi diametralmente opposti e questo fa sì che le loro occasionali collaborazioni siano sempre vincenti.

Nel corso di poco meno di dodici mesi, Sidney si trova, per puro caso, coinvolto in sei diversi misteri, dall’omicidio, al furto, dal rapimento all’eutanasia, e non riesce a trattenersi dall’indagare, sebbene ogni volta si senta terribilmente in colpa per il tempo sottratto alla sua opera pastorale. Per altro, sarà proprio risolvendo questi casi che si troverà un curato, Leonard, diverrà padrone di un cane e, soprattutto, si innamorerà.

GIUDIZIO

“L’ombra della morte” è l’insieme di sei lunghi racconti, ciascuno con l’impostazione tipica dei gialli classici: l’ombra della morte, una questione di fiducia, primo non nuocere, questione di tempo, l’Holbein perduto, un uomo d’onore. In realtà però più che di racconti, a mio parere, sarebbe meglio parlare di puntate: l’abitudine di Runcie a scrivere per la tv appare infatti evidente. Poche descrizioni, giusto delle veloci pennellate e invece una notevole insistenza sulle riflessioni interiori di Sidney, quasi a dare istruzioni ad un attore.

Sidney conquista immediatamente, così incredibilmente aperto e moderno nonostante la professione. L’ispettore Keating è emblematico invece del poliziotto serio ma leggermente ottuso. Il curato Leonard risulta piuttosto imperscrutabile. La perpetua rappresenta il pensiero comune del popolino bigotto. Le due donne di Sidney sono agli antipodi l’una dall’altra ma entrambe piacevoli.

Le indagini sono davvero poca cosa, più che altro Sidney si muove di intuizione in intuizione. Le sue riflessioni a volte però appesantiscono la narrazione.

Nel complesso il libro è decisamente old style e piacevole ma niente di più. Il telefilm è senz’altro migliore e più intrigante.

grantchester

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