recensioni

SARAH PERRY: “IL SERPENTE DELL’ESSEX”

SARAH PERRY

Sarah Perry è nata a Chelmsford, nell’Essex, Inghilterra, nel 1979. E’ cresciuta in un contesto rigidamente battista e per tutta l’infanzia e l’adolescenza è rimasta praticamente digiuna di qualsiasi forma di conoscenza (musicale, artistica, letteraria) distante da quella religiosa. Dopo il dottorato in scrittura creativa, conseguito presso la Royal Holloway University con una tesi sulla letteratura gotica, ha lavorato a lungo come giornalista. Ha esordito come romanziera nel 2014 con “After me comes the flood” che le è valso il plauso di pubblico e critica ma che non è disponibile in Italiano. Il suo libro successivo, “Il serpente dell’Essex” è del 2017, mentre l’ultimo, “La maledizione di Melmoth”, del 2018; entrambi sono già stati tradotti anche qui da noi e dal primo racconto è anche stata tratta una miniserie televisiva.

IL SERPENTE DELL’ESSEX

Inghilterra, ultimo periodo dell’età vittoriana.

Dopo un matrimonio infelice, Cora Seaborne ha perso il marito da poco. Ancora giovane, bella e ricca, la vedova è finalmente serena e libera di assecondare le proprie personali inclinazioni. Lascia dunque la capitale ed insieme al figlioletto autistico ed all’ossessionante amica Martha, socialista convinta, si trasferisce in un villaggio nelle campagne dell’Essex con l’intenzione di dedicarsi alla ricerca di antichi fossili.

Durante il soggiorno in campagna, Cora pare rinascere. Abbandonata la rigida etichetta cittadina, vaga per i campi con abiti male in arnese, lontana per giornate intere dalla società civile. Mantiene comunque un’intensa corrispondenza epistolare ed una certa frequentazione con alcuni intimi amici che la mettono in contatto con una famiglia locale, i Ransome. William Ransome è un parroco giovane e piacente, di notevole acume e con una buona preparazione scientifica ma dalla fede solida. Cora, al contrario, non è credente ed è interamente votata alle teorie darwiniane. Ciò nonostante fra i due si sviluppa da subito una profonda amicizia, fatta di vivaci scambi intellettuali e di stima reciproca.

Poco dopo il trasloco di Cora, nella regione si diffonde la diceria che l’antico Serpente dell’Essex, un mostro marino dotato di ali, si sia risvegliato e che sia responsabile di alcuni omicidi ed altri strani incidenti. Mentre le voci ed il pregiudizio sulla strana creatura si diffondono a macchia d’olio, avvelenando la quotidianità della comunità locale, il rapporto fra Cora e Will prende una piega inaspettata che finisce con lo sconvolgere l’esistenza dei due diretti interessati e di tutte le persone che gravitano loro intorno.

GIUDIZIO

Il romanzo della Perry ha uno stile elegante evidentemente molto influenzato dai suoi studi sulla letteratura gotica. Le descrizioni sono particolareggiate ed al lettore pare davvero di trovarsi fra le campagne dell’Essex. Anche la contestualizzazione storica è impeccabile, con una bella analisi della condizione femminile dell’epoca, una buona disamina sullo stato della medicina e della chirurgia a fine ‘800 ed una fotografia realistica della vita delle classi meno abbienti dell’epoca. I pregi del romanzo però si fermano qui.

Per il resto si tratta di un’opera prolissa, con un intreccio poco convincente ed un ritmo lento al limite dell’esasperazione. Più che di un romanzo pare trattarsi di un trattato sul rapporto fra scienza e religione nell’età vittoriana. La vena fantasy è poco più che un’eco ed i risvolti sentimentali risultano così intimisti da risultare ostici.

Decisamente sconsigliato.

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