recensioni

JOHN GRISHAM “IL TEMPO DELLA CLEMEZA”

JOHN GRISHAM

Classe 1955, originario dell’Arkansas ma trapiantato in Mississippi, John Grisham si è laureato in legge nel 1981 ed ha esercitato a lungo come avvocato, anche dopo l’elezione alla Camera dei Rappresentanti del Mississippi (per i Democratici), nel 1983.

Grisham si è fatto notare come autore di legal thriller alla fine degli anni ’80 e la pubblicazione de “Il socio”, nel 1992, lo ha reso un autore di fama mondiale, un vero e proprio re in questo contesto narrativo. Da allora la sua produzione si è comunque ampliata, basti pensare alla collana per ragazzi con protagonista Theodore Boone, al racconto “In fuga dal Natale”, ai diversi libri a sfondo sportivo ed alla recente saga mistery ambientata a Camino Island.

Con “Il tempo della clemenza” però l’autore torna, per così dire, al suo habitat naturale e riprende contesto e personaggi già presenti ne “Il momento di uccidere” del 1988 e ne “L’ombra del sicomoro” del 2013.

IL TEMPO DELLA CLEMENZA

Clanton, Ford County, Mississippi, 1990.

Dopo numerosissime scelte infelici ed errori madornali, Josie Gamble, a poco più di trent’anni, ha già avuto, da due uomini diversi, Drew di 16 anni e Kiera di 14. Priva di istruzione, con diversi arresti per spaccio alle spalle, senza alcuna famiglia su cui contare, da un anno convive, insieme ai ragazzi, con Stuart Kofer. Kofer è un vicesceriffo di Clanton, stimato da colleghi ed amici, notoriamente coraggioso e proprietario di una casa sufficientemente grande per tutti e quattro. Kofer è però anche un alcolizzato violento e brutale, picchia Josie fin dall’inizio della loro relazione, spesso alza le mani anche su Drew e riserva troppe attenzioni inopportune a Keira.

La situazione degenera in una notte di primavera. Kofer torna a casa a notte fonda, più ubriaco del solito. Mentre Drew e Keira sono rintananti, terrorizzati, nella stanza della ragazza, i due adulti hanno una discussione, l’uomo picchia selvaggiamente Josie, quindi sviene sul letto. Terminato lo scontro, i ragazzi escono dalla camera in cerca della madre. La trovano pesta, non riescono a svegliarla in alcun modo e si convincono che sia morta. Disperati chiamano il 911. Nel lasso di tempo che intercorre fa la telefonata e l’arrivo delle forze dell’ordine, Drew entra in camera di Stuart, prende la pistola d’ordinanza e lo uccide.

Quando i vicesceriffi, prima, e lo sceriffo Ozzie, poi, arrivano sul posto, quanto è accaduto appare evidente, né i ragazzi, scioccati come sono, tentano in alcun modo di negarlo. Josie, che in realtà non è morta, viene ricoverata d’urgenza in ospedale. Drew viene arrestato.

Il giudice Noose decide di affidare la difesa del ragazzo Gamble a Jack Brigance. L’avvocato d’ufficio non è assolutamente in grado di gestire un caso tanto delicato, che coinvolge un agente di polizia ed un minorenne accusato d’omicidio e quindi soggetto alla pena capitale.

Brigance non è nuovo ai reati da pena capitale: cinque anni prima il caso Hailey, a sfondo razziale, gli ha portato non poca notorietà. Dopo aver tanto rischiato in quell’occasione però Jack non è affatto entusiasta di assumersi questo nuovo onere. E’ impegnato in un grosso processo da cui spera di ottenere un proficuo guadagno ed è poco incline a farsi coinvolgere in un altro caso scottante con cui rischia di nuovo di mettere in difficoltà lo studio, se stesso e la sua famiglia. Ma conosciuti Drew, Josie e Keira, scoperti i fatti salienti, avviate le prime fasi del processo, Jack si ritrova addentro alla vicenda e, nonostante tutto, ancora una volta, arriverà fino in fondo.

GIUDIZIO

Il romanzo è corposo e l’intreccio non presenta molti colpi di scena. Quasi tutta la trama si concentra sulla costruzione del caso giudiziario e del conseguente processo, tassello dopo tassello, testimone dopo testimone. Lo stile asciutto, privo di descrizioni e di introspezioni psicologiche, aiutano tuttavia a rendere la lettura agevole, se non proprio spedita. Il fatto poi di ritrovare i personaggi della Ford County, ben noti ai fan dell’autore, è un plus non da poco. Le tematiche trattate sono quelle relative alla violenza familiare ed alla pena di morte, ma l’autore si astiene dal dare giudizi diretti e lascia la possibilità al lettore di farsi una sua idea basandosi quasi esclusivamente sui fatti. Consigliatissimo a tutti gli amanti del genere.

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