recensioni

John Niven: “A volte ritorno”, “Maschio bianco etero”, “Le solite sospette”

John Niven

John Niven è uno scrittore scozzese, classe 1972. Ha lavorato per anni nell’ambiente discografico ma, all’inizio del 2000, si è licenziato per dedicarsi completamente alla scrittura. Il suo romanzo d’esordio risale al 2005 “Music fron Big Pink” ma il successo vero e proprio è giunto solo con il secondo libro, del 2008, “Kill Your Friends” (definito dal sito web Word Magazine come “il miglior romanzo britannico dopo Trainspotting”). In Italiano comunque è possibile trovare solo i tre romanzi successivi “A volte ritorno” del 2011, “Maschio bianco etero” del 2013 e “Le solite sospette” del 2016.

Personalmente mi sono davvero goduta i tre romanzi in italiano. Caratteristica comune a tutti è sicuramente la bruciante ironia nei confronti dell’ipocrisia dilagante che impregna personaggi, dialoghi e trame.

A volte ritorno

“A volte ritorno” è il libro più originale di John Niven. Dio si prende una breve vacanza per andare a pesca. Dal momento però che gli anni celesti e quelli terrestri non corrispondono, si allontana mentre il genere umano è nel pieno del Rinascimento e torna ai giorni nostri: provate a immaginare quanto può rimanerci male! Nel tentativo di riportarci sulla buona strada, ci rispedisce di nuovo Gesù … un chitarrista!

Maschio bianco etero

“Maschio bianco etero” è il romanzo a cui John Niven ha dato il maggiore spessore psicologico. Protagonista è uno scrittore di talento che si è però venduto a Hollywood e ha tradito l’Amore in nome della costante ricerca del piacere per il piacere. Costretto, per motivi fiscali, a rientrare in Inghilterra riuscirà a ritrovare sé stesso.

Ribadisco: entrambi questi romanzi sono splendidi e divertentissimi. La sola nota negativa, a mio parere, è un’eccessiva volgarità (intesa proprio come quantità di male parole presenti nei dialoghi, soprattutto nei primi capitoli di entrambi.).

Le solite sospette

Il romanzo di John Niven che ho amato di più è l’ultimo uscito “Le solite sospette”.

Susan, casalinga di mezza età, rimane inaspettatamente vedova e scopre che il compunto marito, era dedito al masochismo e all’evasione fiscale. Senza più nessun risparmio e a rischio pignoramento ha la geniale idea di rapinare una banca. Con la migliore amica di sempre (ex femme fatale ridotta a fare l’inserviente in una casa di riposo), un’ottuagenaria (obesa e in sedie a rotelle ospite della medesima casa di riposo) e un’altra amica (disperata per il nipotino che necessità di un costosissimo intervento chirurgico) riesce effettivamente nell’impresa. A quel punto ha inizio una rocambolesca fuga verso una località esotica e priva di estradizione.

La trama è evidentemente già di per sé stessa esilarante, anche se meno originale di quella di “A volte ritorno”. Le quattro amiche sono spettacolari. E così pure il detective incarico di acciuffarle (anzi quello è forse la macchietta meglio riuscita : avete presente l’ispettore Clouseau?!). Il romanzo scorre via velocissimamente e, a differenza dei precedenti,  il linguaggio è colorito ma non troppo volgare.

Consiglio vivamente tutti e tre i romanzi, ma se avete tempo solo per uno puntate sull’ultimo.

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