recensioni

Paolo Roversi “La confraternita delle ossa (La prima indagine di Enrico Radeschi)”

PAOLO ROVERSI

Paolo Roversi è nato a Suzzara, in provincia di Mantova, nel 1975; si è laureato in Storia contemporanea all’università di Nizza; si è stabilito a Milano (dove vive ancora oggi) ed ha iniziato una carriera assai articolata.
Ha collaborato con numerosi giornali e riviste (“Corriere della sera”, “Rolling Stone”, “GQ”, ecc), ha lavorato come sceneggiatore per la televisione (“Distretto di polizia”), gestisce la casa editrice digitale “MilanoNera” e scrive libri.
Roversi è considerato uno dei massimi esponenti del noir metropolitano ed i suoi romanzi hanno vinto numerosissimi premi. La sua fama come giallista è in gran parte dovuta alla serie che ha come protagonista il giornalista hacker Enrico Radeschi. Si tratta di sei volumi tutti autoconclusivi ma che varrebbe la pena di affrontare in base all’ordine cronologico previsto dall’autore (rispettando anche l’uscita in corso d’opera di alcuni prequel):
1 – La confraternita delle ossa
2 – Blue Tango
3 – La mano sinistra del diavolo
4 – Niente baci alla francese
5 – L’uomo della pianura
6 – Cartoline dalla fine del mondo

LA CONFRATERNITA DELLE OSSA (LA PRIMA INDAGINE DI ENRICO RADESCHI)

Dopo aver preso la laurea a Milano facendo il pendolare ed aver fatto pratica in un giornale di Mantova, forte dell’iscrizione all’albo dei giornalisti, nel dicembre del 2001, il ventiseienne Enrico Radeschi, di estrazione popolare, lascia la bassa pianura padana per trasferirsi a Milano e cercare un ingaggio da giornalista presso una delle testate cittadine.
Trovato alloggio in un monolocale con Fabio, studente di ingegneria del secondo anno e appassionato di computer (il tipico nerd smanettone), Enrico si reca al suo primo colloquio e si imbatte in un omicidio.
Una vera fortuna per l’aspirante reporter che viene così anche in contatto con il vicequestore a capo dell’indagine, Loris Sebastiani, quarantenne, divorziato, di bell’aspetto, appassionato di vino, belle donne, immersioni e professionalmente irreprensibile.
Il caso si rivela subito essere di alto profilo e piuttosto complesso, tanto più che in città pare anche aggirarsi un serial killer.
Enrico da un lato è impegnato ad ambientarsi in città ed a mantenersi alla meno peggio, dall’altro si fa coinvolgere sempre di più nelle indagini fino ad ottenere una vera e propria collaborazione con il vicequestore. E sarà proprio grazie a questo insolito connubio che alla fine entrambi i casi saranno risolti, in un crescendo di colpi di scena che non risparmieranno neppure la sfera personale sia del giornalista che del poliziotto.

GIUDIZIO

L’approccio a “La confraternita delle ossa” non è facile: l’ambientazione nei primi anni 2000 implica certo contemporaneità ma anche un mondo in cui ancora c’erano cellulari e non smartphone, in cui internet era una realtà ai più quasi sconosciuta, in cui chi poteva aveva l’abbonamento a Tele+ e non certo a Sky.
Superato questo impasse ci si trova catapultati in una via di mezzo fra un giallo vecchio stampo ed un thriller più moderno in cui la complessità dell’intreccio è smussata dall’abilità narrativa dell’autore, che descrive gli sviluppi della situazione passo dopo passo.
Sullo sfondo di una Milano decisamente accattivante, il lettore finisce con il conoscere a fondo e apprezzare tutti i personaggi coinvolti, sia i principali che i secondari. E l’operazione di presentazione è particolarmente lodevole se si considera che questo romanzo è un prequel, uscito dopo altre avventure, e che comunque l’autore riesce a non scadere mai nella pedanteria nel tentativo di dare più spessore a personaggi creati in precedenza.
Per me Roversi è stata una magnifica scoperta e so già che acquisterò tutti gli altri romanzi della serie.

La confraternita delle ossa

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