recensioni

Elizabeth Jane Howard: la saga dei Cazalet

ELIZABETH JANE HOWARD

Elizabeth Jane Howard nacque a Londra nel marzo del 1923. Ebbe un’infanzia infelice ed una vita adulta burrascosa, al centro dell’ambiente culturale inglese della seconda metà del Novecento.
La saga dei Cazalet è la sua opera di maggior successo, a lungo premiata dal pubblico ma non dalla critica, che l’ha rivalutata solo di recente. In Italia è arrivata nel 2014 grazie a Fazi Editore. Si tratta di cinque volumi: “Gli anni della leggerezza”, “Il tempo dell’attesa”, “Confusione”, “Allontanarsi” e “Tutto cambia”.

I CAZALET

Il primo romanzo, “Gli anni della leggerezza”, copre il periodo che va dall’estate del 1937 a quella del 1938 (Curiosità: da questo primo volume la BBC ha anche tratto una serie televisiva). La saga si apre con l’intera famiglia che si ritrova nella tenuta di campagna, Home Palace, per trascorrervi le vacanze. Il contesto è quello tipico dell’alta borghesia, con rituali e regole precise, con domestici che portano la colazione in camera la mattina e al gong ci si appresta alla cena in abito da sera. Siamo in un modo ancora profondamente legato alla rigida morale vittoriana ma che sta per disintegrarsi a causa della seconda guerra mondiale e dei cambianti sociali che inevitabilmente ne seguiranno.
I capostipiti della famiglia sono William e Kitty, affettuosamente soprannominati, rispettivamente, il Generale e la Duchessa. Hanno tre figli maschi ed una femmina. Rachel è omosessuale ma si limita a vivere una relazione platonica e a distanza mentre dedica il grosso delle sue energie ai genitori e ai nipoti. I maschi sono Edward, affascinante e donnaiolo impenitente, Hugh, rimasto invalido durante la Grande guerra, Rupert, pittore mancato ed insegnante. Tutti e tre sono sposati, rispettivamente con Villy, che al marito ha sacrificato e continua a sacrificare tutti i propri desideri personali, Sibyl che ha invece uno splendido rapporto con Hugh se non fosse che i due, pur di compiacersi a vicenda, in realtà non conoscono affatto l’una i pensieri dell’altro, e Zoe, seconda moglie di Rupert, cui il ruolo di moglie borghese però sta stretto, tanto più che si ritrova a dover far da madre ai figli di primo letto del marito. Inoltre ci sono numerosissimi nipoti, in particolare Louise, Polly, Clary e Nevill, e altri ne nasceranno nel corso della storia. Questi i personaggi principali, cui si affiancano i cugini (figli della sorella di Villy) e i domestici.
Nel giro di dodici mesi non si verificano grandi colpi di scena, anche se la paura della guerra incombe ormai su tutti. Ma la mancanza di azione non si avverte, la prosa della Howard non è mai noiosa, persino quando descrive un servizio di posate: in ogni piccolo gesto, in ogni minuscolo avvenimento, il lettore impara a conoscere meglio i personaggi e si ritrova al loro fianco. A farla da leone nella narrazione sono i quattro figli e le rispettive consorti. Ma anche ai bambini viene lasciato un certo spazio: già nei loro giochi e nei loro rapporti interpersonali si può intuire in che direzione si svilupperanno le loro personalità.

Il tempo dell’attesa” ci riporta dai Cazalet nel settembre del 1939 e ci accompagna fino al 1941. A Home Palace la situazione è radicalmente diversa rispetto a due anni prima: i lauti pasti sono finiti e, anzi, il cibo orami scarseggia, le finestre della villa vengono oscurate tutte le sere, gli spari riecheggiano in lontananza ed in cielo è facile avvistare gli aerei da guerra. Se nel primo romanzo le parti più corpose erano state quelle relative alla generazione di mezzo, in questo secondo libro alle voci degli adulti si affiancano prepotentemente quelle delle tre ragazze, Louise, Polly e Claire. Louise lascia la casa dei nonni alla volta di una scuola di recitazione ed in questa sua esperienza si avverte chiaramente l’aria di cambiamento che porterà, alla fine della guerra, ad una realtà e ad una morale comune assai diversa e molto più disinvolta rispetto a quella della prima metà degli anni ’30. Clary procede nella sua analisi della vita e del genere umano, convinta che una tale disamina sia fondamentale per chi, come lei, intende diventare scrittrice e, intanto, cerca un modus vivendi con la matrigna. Polly è quella che più di tutti soffre a causa della guerra in corso e che mal gestisce il passaggio generazionale dall’infanzia all’età adulta. Intanto la vita procede, fra lutti, tradimenti, nascite, nuovi arrivi e nuove perdite, mentre la seconda guerra mondiale si trascina e appare ormai evidente che non si tratterà affatto di quella guerra lampo che tutti si aspettavano.

Confusione” prende il via nel 1942, un anno dopo la fine del romanzo precedente, e si chiude con la caduta di Berlino nel 1945: è il libro che copre l’arco temporale più lungo. Ora sono le tre ragazze a portare avanti il grosso della narrazione. Questi due elementi fanno sì che il terzo volume sia il più ricco di avvenimenti: da un lato la guerra si sblocca e, finalmente, volge al termine, dall’altro Louise, Polly e Claire fanno il loro ingresso nel mondo degli adulti ma in una realtà assai diversa da quella dei loro genitori e che procede ad un ritmo decisamente più sostenuto. Le tre cugine lasciano il nido e traslocano a Londra dove, pur rimanendo molto vicine fra loro, procedono su strade assai diverse. Louise si imbarca in un matrimonio prestigioso ma assai infelice, Polly, ormai diventata una donna splendida e contesa da innumerevole corteggiatori, si innamora. Claire è sempre più consapevole di sé e delle proprie reali possibilità.

Allontanarsi” copre gli anni dal ’45 al ’47. La guerra è finita e la Gran Bretagna si trova ad affrontare il difficile periodo della ricostruzione. Da un lato c’è ancora una grande penuria di beni di prima necessità, dall’altro l’impero si sta sgretolando e il partito laburista si prefigge di svecchiare il Paese avvantaggiando e tutelando le classi sociali meno abbienti. I nipoti Cazalet hanno davanti a sé un mondo certo più duro rispetto alle generazioni precedenti ma anche pieno di possibilità prima difficilmente immaginabili, come si evince dal fatto che solo Teddy finisce con l’entrare in azienda, mentre gli altri optano per carriere completamente diverse, dal mondo della moda a quello del giardinaggio, dall’arte al contesto religioso. Del resto la ditta di famiglia non naviga in buone acque: il Generale ormai è cieco e non gestisce più gli affari e nessuno dei figli pare all’altezza della situazione. Di conseguenza l’unità famigliare tende un po’ a sfaldarsi, le grandi riunioni si diradano, molti cugini si perdono di vista. A mio parere questo quarto romanzo è il migliore della saga. Il più vivace ed il più interessante, sia per la contestualizzazione storica, sia a livello di intreccio e di psicologia di personaggi.

Tutto cambia” è il solo volume della saga che si apre ad una certa distanza dal precedente e va dal 1956 al 1958. Il libro prende il via con la morte della Duchessa e il lettore avverte l’evento come una sorta di presagio. Gli anni ’60 sono alle porte, il cambiamento sociale incombe, sesso, omosessualità e droghe sono argomenti all’ordine del giorno e non più dei tabù. Gli affari vengono gestiti in modo diverso, si bada solo al profitto, non certo alla tradizione né alla lealtà. Perfino il tempo è avvertito in modo diverso (e l’autrice rende benissimo questo cambiamento adottando capitoli più snelli e brevi, passaggi repentini): non c’è davvero più spazio per la lentezza, per la leggerezza e per molti il prezzo da pagare sarà assai alto.

GIUDIZIO

Quando ho iniziato a leggere “Gli anni della leggerezza” ho avuto la netta sensazione di aver preso una cantonata: le descrizioni particolareggiate e il primo impatto con i vari personaggi sembrava non portare a nulla. Ma si è trattato di un’impressione momentanea, durata giusto il tempo dei primissimi capitoli. La verità è che in pochissimo il lettore si trova a vivere insieme ai Cazalet e non vuole più lasciarli. La fine di ciascun libro e l’attesa per l’uscita del successivo è stata una vera e propria sofferenza (per chi dovesse iniziare solo ora ad approcciarli sarà più facile visto che sono tutti disponibili). Si tratta di un’epopea famigliare splendida, dallo stile impeccabile e con personaggi incredibilmente sfaccettati che il lettore vede crescere e cambiare nel corso della storia e sullo sfondo di un epoca tumultuosa. Consigliatissimo a chiunque.

 

Cazalet

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