recensioni

Joanne Harris “La scuola dei desideri”

JOANNE HARRIS

Joanne Harris è nata a Barnsley, in Gran Bretagna, nel 1964 da padre inglese e madre francese. Durante l’infanzia ad accudirla sono stati soprattutto i nonni che avevano un negozio di dolciumi e la passione per l’esoterismo. Dopo la laurea a Cambridge, in Lingue medioevali e moderne, la Harris ha insegnato a lungo lingua e letteratura francese.
Nel 1989 ha pubblicato il suo primo romanzo, “Il seme del male” ma è diventata famosa solo con il libro successivo, del 1990, “Chocolat”, di cui è stata realizzata una bella trasposizione cinematografica con Juliette Binoche e Jonny Depp.
La sua produzione è continuata con libri di ricette, romanzi stand alone e serie, sia in inglese che in francese. “La scuola dei desideri” è un thriller del 2005 di cui, nel 2016, è uscito il sequel, “La classe dei misteri”.

LA SCUOLA DEI DESIDERI

Anni ’90. Al prestigioso ed antico collegio maschile St. Oswald, nel nord dell’Inghilterra, viene assunto un nuovo portiere capo, John Snyde. Questi si sistema negli alloggi dedicati con il figlio decenne che sta crescendo da solo dopo la fuga della moglie. Il bambino frequenta la scuola del paese ma è affascinato dal prestigioso collegio e ben presto prende l’abitudine di mimetizzarsi con gli altri alunni e addirittura di seguire alcuni corsi di nascosto. Vittima di bullismo nella sua scuola, si sente invece perfettamente a suo agio nei confini di St. Oswald e ben presto si lega ad uno degli studenti, Leon Mitchell. Il loro rapporto però sarà alla base di una tragedia che li segnerà per sempre.
Metà anni 2000. A St. Oswald sta per iniziare un nuovo trimestre. L’istituto è ancora una scuola d’elite sebbene molti cambiamenti siano in atto: gli studi classici tendono ad essere accantonati a favore di informatica e tedesco, gli insegnanti più anziani, costosi e piuttosto anacronistici, vengono spinti al pensionamento per far posto a nuove leve e a metodi più moderni. Il figlio di John Snyde riesce, falsificando le sue credenziali, a farsi assumere come insegnante. Cova un rancore profondo nei confronti dell’istituto per quanto accaduto in passato e ha deciso di vendicarsi. Il suo intento è demolire la scuola dall’interno, scandalo dopo scandalo, omicidio dopo omicidio. E mentre il collegio finisce coinvolto in un vortice di incidenti sempre più gravi, solo il vecchio professore di latino, Robert Stratley, riuscirà ad intravvedere uno schema nascosto e a scoprire la verità su quanto sta accadendo oggi e su quanto è accaduto quindici anni prima.

GIUDIZIO

Non conoscevo i romanzi della Harris. Sapevo solo che era l’autrice di “Chocolat” che non ho letto ma di cui ho apprezzato il film. Ad incuriosirmi di “La scuola dei desideri” è stato il riassunto letto sulla quarta di copertina. Sono rimasta però piuttosto delusa.
Il libro si sviluppa, più o meno a capitoli alterni, su due diversi piani temporali. Gli avvenimenti degli anni ’90 sono raccontati in prima persona dal figlio del portiere, quelli di metà anni 2000 in parte dal figlio del portiere, ormai adulto, in parte dal professore di latino. Già questa pluralità di soggetti narranti tende a confondere il lettore. Tuttavia il problema maggiore è dato dall’incredibile quantità di personaggi e comparse secondarie, fra alunni e corpo docente, che chi legge fatica a ricordare. I primi capitoli inoltre hanno un andamento lento e prolisso. Lo stile è un poco ridondante. Il finale invece è valido e d’effetto. Sebbene sia consapevole che una parte dei limiti del romanzo sia legato alla necessità di non far capire al lettore chi sia il figlio del portiere, il mio giudizio personale rimane negativo. Non comprerò il sequel.

 

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