recensioni

Margherita Oggero “La vita è un cicles”

MARGHERITA OGGERO

Margherita Oggero è nata a Torino nel 1940. Ha insegnato Lettere per circa quarant’anni, poi, nel 2002, ha esordito come scrittrice con il giallo “La collega tatuata”, in cui un’insegnante si improvvisa detective in un caso di omicidio. Dal romanzo è stato tratto il film “Se devo essere sincera” con Luciana Littizzetto. Nel 2003 la Oggero ha pubblicato “Una piccola bestia ferita”, in cui ha approfondito la figura della sua professoressa investigatrice, Camilla Baudino, ed, anche negli anni a seguire, ha continuato a scrivere storie basate su questo personaggio. La Rai ha trasposto questi libri nell’acclamata serie televisiva “Provaci ancora prof!” con Veronica Pivetti. La Oggero ha comunque scritto anche numerosi romanzi stand alone fra cui, appunto, il giallo “La vita è un cicles” del 2019.

LA VITA E’ UN CICLES

Massimo è un neo laureato di Lettere classiche che, per sbarcare il lunario, lavora in nero presso il bar Acapulco’s, nella degradata periferia di Torino. Una mattina, al momento dell’apertura, il ragazzo rinviene, nel retro dell’esercizio, il cadavere di un uomo. Il caso viene affidato al commissario Gianmarco Martinetto, di mezza età, piacente, single. Gli investigatori si trovano a dover risolvere subito due grossi problemi: identificare il morto e capire come è finito all’Acapulco’s. Dopo un primo giro di colloqui, Martinetto si convince che il figlio del proprietario, Gerry, sia in qualche modo coinvolto, tuttavia ha anche la netta sensazione che il delitto sia legato a traffici mafiosi illeciti, legati forse alla droga ed ad un’organizzazione di stampo mafioso. Le indagini procedono un po’ a rilento, mentre la vita di tutte le persone coinvolte, dai due baristi a Martinetto stesso, subisce un grosso scossone, soprattutto in ambito sentimentale. Ad ogni modo le intuizioni del Commissario, la collaborazione di Massimo ed un solido lavoro investigativo, a base di interrogatori e soffiate, alla fine porteranno all’individuazione del colpevole.

GIUDIZIO

Posto che la Oggero ha un modo insolito di utilizzare la punteggiatura, che in alcuni momenti rende la lettura piuttosto ostica, per il resto il suo nuovo romanzo può contare su uno stile ricercato, infarcito di citazioni letterarie e di espressioni in latino, ma piacevolmente contaminato da frequenti espressioni dialettali. L’intreccio giallo è ben costruito, il ritmo della narrazione sostenuto, i personaggi, sia principali che secondari, sono tutti caratterizzati alla perfezione, le riflessioni sul mondo del lavoro e sul degrado delle periferie urbane sono interessanti senza essere pedanti e le descrizioni di Torino, con le sue due facce, quella ricca e quella povera ed abbandonata a se stessa, sono splendide.
Avevo già avuto modo di apprezzare la Oggero con i romanzi sulla Prof./investigatrice ed anche questo nuovo giallo non mi ha delusa. Il commissario Martinetto potrebbe anche diventare il suo nuovo personaggio seriale: io me lo auguro.

 

La vita è un cicles

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