recensioni

Jane Austin “L’Abbazia di Northanger”

BIOGRAFIA

Jane Austen nacque a Steventon, nello Hampshire, nel 1775. Il padre era un pastore anglicano e Jane crebbe in un ambiente sereno e stimolante con sei fratelli maschi e la sorella Cassandra (con la quale ebbe un legame strettissimo che è facile intravvedere in molti dei suoi romanzi, in particolare nel rapporto fra Elizabeth e Jane in “Orgoglio e Pregiudizio”).
Dopo aver studiato a lungo a casa ed essersi perfezionata ad Oxford, nel 1785, Jane conobbe Thomas Langlois Lefroy, figlio di alcuni vicini. La famiglia del giovane tuttavia ritenne la Austen socialmente non all’altezza per cui la relazione venne presto stroncata e non risulta che Jane ebbe mai altri innamorati.
Nel 1800, la famiglia si spostò da Steventon a Bath, dove il reverendo morì cinque anni dopo. Jane, Cassandra e la madre si ritrovarono allora in gravi ristrettezze economiche e dovettero spostarsi a Southampton, dal fratello maggiore. In seguito le tre donne si stabilirono nel paesino di Chawton, dove uno degli altri figli mise a loro disposizione un cottage di sua proprietà. Lì, nel 1816, Jane sia ammalò gravemente. Cassandra la condusse allora a Winchester per farle avere le cure più adeguate ma l’autrice morì nel giro di pochi mesi e lì fu sepolta, nel 1817.
PRODUZIONE

Jane Austen iniziò presto a scrivere, poesie e racconti. In un primo momento si trattò di una produzione destinata ad intrattenere solo familiari ed amici intimi. Ben presto però il padre si accorse del talento della figlia e contattò un editore senza però riuscire ad ottenere alcuna pubblicazione. Anche il fratello Henry si impegnò in tal senso ma fallì. Solo a partire dal 1812 la Austen prese ad essere regolarmente pubblicata e a riscuotere da subito un incredibile successo. I romanzi tuttavia vennero inizialmente presentati in forma anonima: solo dopo la morte della scrittrice, con le ultime pubblicazioni postume, Henry si risolse a divulgare il nome della sorella.
Oltre a moltissimi racconti, la stragrande maggioranza dei quali sono raccolti nei tre volumi dei Juvenilia, ed ad alcune opere di tipo epistolare, la Austen produsse sei romanzi (risultato di lunghe revisioni e di molteplici stesure):
– L’abbazia di Northanger (1803, ma pubblicato postumo nel 1818)
– Ragione e sentimento (1811 e pubblicato l’anno successivo)
– Orgoglio e pregiudizio (1813)
– Mansfield Park (1814)
– Emma (1815)
– Persuasione (1816 e pubblicato postumo, nel 1818)
Di tutti i romanzi della Austen esistono svariate versioni cinematografiche, moltissimi romanzi sono adattamenti moderni dei suoi libri e ci sono intere collane che prendono spunto dalla sua vita e dai suoi personaggi.
PENSIERO

Jane Austen è da molti considerata uno dei massimi esponenti del preromanticismo inglese, ovvero di quella corrente filosofico-letteraria, tipica della seconda metà del XVIII sec, che riteneva la ragione un elemento insufficiente e troppo debole per poter realmente conoscere il mondo ed i suoi segreti.
In realtà io condivido di più la posizione di quei critici che vedono nell’autrice una perfetta fusione di tre diverse correnti di pensiero che si susseguirono a partire dalla prima metà del settecento fino alla fine dell’800, cioè il classicismo, il romanticismo ed il vittorianesimo. Dal classicismo la Austen ha tratto l’equilibrio fra virtù e perseveranza e lo stile lineare e discorsivo; dal romanticismo ha mutuato la ricerca della libertà e dell’indipendenza di ciascun individuo nonché l’amore per la natura; del vittorianesimo ha anticipato la necessità del compromesso.
Così l’autrice è stata acuta osservatrice e ironico giudice della realtà di tutti i giorni della classe sociale in cui ha sempre vissuto e di tale ambiente ha saputo cogliere gli aspetti positivi, legati al decoro e alle tradizioni, ma anche la grettezza spesso insita nell’attaccamento al denaro e alla casta. Conseguentemente il suo universo femminile è capace di forti passioni e sentimenti che però vengono controllati dalle capacità morali di ciascuna e il lieto finale dei suoi romanzi sentimentali non è mai fine a sé stesso ma il risultato di un percorso interiore di tutte le sue imperfette eroine.
L’ABBAZIA DI NORTHANGER

Catherine Morland è la figlia diciassettenne di un pastore di campagna benestante. I Morland sono una famiglia serena ed assai numerosa, infatti la madre ha ben poco tempo da dedicare alla figlia più grande che quindi risulta essere assai ingenua, ancora del tutto digiuna di regole sociali e di esperienze sentimentali, concentrata piuttosto su sport prettamente maschili e letture gotiche. Quando i ricchi vicini, i signori Allen, che non hanno figli, invitano Catherine a trascorrere con loro alcune settimane nella modaiola Bath, la giovane è entusiasta del progetto, convinta com’è di essere sul punto di vivere grandi avventure.
Una volta giunta nella famosa località termale, Catherine incontra il fratello maggiore, in vacanza dall’Università, che le presenta i Thorpe. La ragazza si lega subito ad Isabella Thorpe. Trova invece John Thorpe una persona piuttosto sgradevole ma accetta la sua compagnia per non offendere Isabella. Ben presto Isabella si fidanza con il fratello di Catherine e la Nostra inizia a sentirsi piuttosto trascurata, così si lega ai Tilney, a Elinor, sua coetanea e, soprattutto, a Henry, di cui si innamora.
A stagione conclusa i Tilney invitano Catherine a trascorrere qualche settimana come ospite a casa loro, all’abbazia di Northanger. Un sì fatto programma riempie Catherine di entusiasmo: da un lato per la possibilità di approfondire la conoscenza con i giovani Tilney, dall’altro per l’incredibile opportunità di vivere in un’abbazia, dimora di cui ha tanto letto nei suoi romanzi gotici.
Il soggiorno all’abbazia tuttavia si rivelerà molto diverso da come Catherine aveva immaginato e la ragazzina sarà, suo malgrado, costretta a crescere piuttosto in fretta.

GIUDIZIO

L’abbazia di Northanger è il primo vero romanzo della Austen e anche quello più insolito, infatti nasce come parodia del genere gotico e di quello sentimentale e quindi è particolarmente sarcastico.
L’ambientazione è familiare, domestica.
I protagonisti sono fortemente caratterizzati e ben rappresentativi dei pregi e dei difetti tipici della società sempre descritta dalla Austen. Catherine è una vera e propria anti-eroina: tanto ingenua ed ignorante da non accorgersi di quanto avviene davvero intorno a sé e interamente concentrata su situazioni immaginarie così improbabili da risultare grottesche. Henry è il personaggio positivo per eccellenza: nobile d’animo ma anche divertente, ligio al dovere ed alla tradizione ma libero ed indipendente quanto a sentimenti ed emozioni. I Thorpe e Mr Tilney sono i cattivi: manipolatori, avidi e gretti.
I dialoghi sono brillanti, anche se non all’altezza di quelli dei romanzi successivi.
L’azione è piuttosto limitata e l’intreccio senz’altro semplice, tuttavia la crescita personale di Catherine è descritta con maestria e il lieto fine è come sempre il risultato di un percorso di miglioramento dei buoni a discapito della staticità psicologica dei cattivi che restano inevitabilmente delusi.
Dunque un lavoro evidentemente giovanile e forse un po’ acerbo ma già esemplificativo dei lavori successivi e che non può mancare nella libreria di un’appassionata del genere.

l'abbazia di northanger

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