recensioni

James Patterson “L’evaso”

JAMES PATTERSON

James Patterson è nato nel 1947 a Newburgh, nello stato di New York, in una famiglia della piccola borghesia. Studente brillante fin dalle elementari, ha conseguito laurea e dottorato, entrambi summa cum laude. Forte dei suoi titoli accademici si è trasferito a New York e ha trovato lavoro nell’agenzia pubblicitaria di Walter Thompson. In pochi anni è passato dall’essere un junior copywriter al ruolo di amministratore delegato della stessa società.

Nel 1976 ha scritto il suo primo libro ma ha faticato a trovare un editore disposto a pubblicarlo. Alla fine ha convinto la Little, Brown and Company a investire su di lui e a dodici mesi dalla pubblicazione ha vinto il premio Edgar. Da quel momento non ha più smesso di scrivere e nel 1993 ha pubblicato la prima avventura di Alex Cross che lo ha catapultato in cima a tutte le classifiche di best seller, al punto che, tre anni dopo, nel 1996, ha lasciato il lavoro per dedicarsi solo ai suoi libri.

Nel corso della sua carriera Patterson ha pubblicato circa 150 romanzi. Molti fanno parte di vere e proprie saghe (una è appunto con Alex Cross, un’altra con Michael Bennet e poi ci sono Le donne del club omicidi e Private), altri sono fini a sé stessi ed altri ancora rientrano nel genere della letteratura per ragazzi. Di numerosi suoi libri sono state realizzate delle trasposizioni cinematografiche (ricordo, per tutti, “Nella morsa del ragno” del 2001 con Morgan Freeman).

Di Patterson bisogna ricordare le numerose iniziative benefiche, generalmente rivolte ai giovani e tese a promuovere lo studio e la diffusione della letteratura.

L’EVASO

L’Evaso è la sesta avventura incentrata sulla figura di Michael Bennet.

Bennet è un agente FBI. Non ha mai desiderato fare altro. E’ un agente estremamente valido e competente e ha sempre svolto il suo lavoro con impegno e abnegazione. In ambito privato, Michael ha una famiglia sui generis: lui e la moglie hanno adottato, nel corso del loro matrimonio, dieci ragazzi/e di età assai diverse. Persa, a causa del cancro, la moglie, Bennett ha mandato comunque avanti la famiglia con amore, facendosi però aiutare dal padre, pastore protestante, e da una tata, Mary Catherine, una ragazza di origine irlandese che riesce ad essere contemporaneamente dolcissima ma anche sufficientemente rigida da mandare avanti la vita di tutta i giorni di un clan tanto insolito.

Nel quinto romanzo della serie, dopo una lunga e pericolosa caccia all’uomo, Bennett aveva arrestato un pericolosissimo trafficante di droga, Manuel Perrine, intelligente, affascinante, ambizioso e totalmente privo di scrupoli. Durante il processo a suo carico però, Perrine era riuscito a fuggire, giurando vendetta contro Bennett e la sua famiglia e costringendo Michael e i suoi a lasciare l’amata New York per entrare nel programma di protezione testimoni.

Nell’”Evaso” dunque ritroviamo il clan Bennett nell’entroterra della California settentrionale, in una fattoria sperduta di proprietà del padre di un altro agente FBI. Nonostante qualche sporadica lamentala, in realtà Mary Catherine è riuscita a creare per il clan una specie di routine  e i ragazzi iniziano ad abituarsi alla vita in campagna e ai compiti giornalieri necessari per mandare avanti una fattoria. Quello che fatica di più ad adattarsi è proprio Michael che si sente inerme ed inutile, così lontano dall’azione e dal suo amato lavoro. Per altro la situazione sentimentale fra lui e la giovane donna è ingarbugliata e nessuno dei due riesce a mettere a nudo i propri sentimenti, creando così una tensione di fondo, sottile ma fastidiosa.

Intanto Perrine torna in piena attività. Forte di un vero e proprio esercito di mercenari ben addestrati e comandati dalla spietatissima Vida, attua una politica del terrore con due precise finalità: da un lato eliminare tutti i possibili concorrenti, dall’altro scatenare una specie di guerra contro gli Usa, rei, a suo dire, di aver sempre impedito al Messico di raggiungere una posizione di primo piano sulla scacchiera mondiale.

L’FBI è in serie difficoltà e la vecchia collega di Michael lo contatta implorando un suo coinvolgimento come consulente . Michael lascia dunque i suoi nelle mani del marshall e si rimette in gioco, nella speranza di catturare Perrine una seconda volta e di riappropriarsi quindi della libertà, per sé e i suoi cari.

GIUDIZIO

Da anni ormai Patterson si avvale di collaboratori per scrivere i suoi romanzi: ha sempre dichiarato di amare soprattutto la fase di ideazione del plot piuttosto che la stesura vera e propria della storia che lascia volentieri ai suoi writers, nel caso specifico a Michael Ledwidge. Conseguentemente è difficile dare un giudizio sul suo stile. Ad ogni modo in questo romanzo il linguaggio adeguato e la tecnica lineare, priva di salti temporali, danno un efficace sensazione di immediatezza sufficientemente coinvolgente. L’intreccio narrativo è semplice, poco articolato, i colpi di scena sono prevedibilissimi e quando l’autore cerca di dare alle azioni di Perrine una valenza politica risulta, al contrario, poco credibile e artificioso. I personaggi poi sono bidimensionali, senza sfaccettature e improntati ad un buonismo quasi irritante: davvero vogliamo credere nel 2017 alla famiglia Bradford? In sostanza dunque il romanzo si fa senz’altro leggere ma non mi ha colpita per cui so già che non solo non andrò a recuperare le avventure precedenti, ma anche che non seguirò quelle successive.

levaso

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