diario di bordo

Lo shopping di Natale

Sabato 24 Dicembre ’16. Quest’anno per la Vigilia di Natale mio marito ha suggerito una visita a Torino al “Villaggio di Natale”. Così, verso le 10.30 ci siamo messi in macchina con Elisa e Nikita alla volta della città Sabauda. Il “Villaggio” in realtà non era gran cosa (salvo per la pista di pattinaggio che alle ragazze è piaciuta moltissimo) ma la Casa di Babbo Natale era davvero ben fatta e la consiglio a tutti coloro che abbiano bambini piccoli (alle ragazze è piaciuta ma è mancata la magia legata all’età). Terminata la visita ci siamo trovati un posticino per mangiare e organizzare il pomeriggio. Luca sarebbe voluto rientrare a casa per dedicarci ai tradizionali giochi di società. Io sarei voluta andare in Piazza Castello per vedere l’albero di Luci e il mercatino di Natale. Nikita si è detta disponibile a qualsiasi iniziativa. Elisa aveva un’idea precisa e dettagliata.

Elisa: “Veramente pensavo che potremmo  andare in centro per vedere un po’ di negozi. Io avrei bisogno di un vestito per l’ultimo dell’anno e magari di una gonna nuova per domani”.

A quell’affermazione mi si è gelato il sangue. Luca è rimasto bloccato con la forchetta a mezz’aria. Nikita, che evidentemente non era stata minimamente messa a parte di quel progetto, è sbiancata.

Ora, una reazione sì fatta potrà apparire eccessiva. In fondo eravamo già in giro, non lontani dal centro. Il 24 era anche una bella giornata, neppure eccessivamente fredda. Il fatto è che solo qualcuno che sia mai andato a fare shopping con mia figlia può davvero capire come ci siamo sentiti noi tre. Il problema di fare compere con Elisa è che ha le idee chiarissime su ciò che desidera. Cosa positiva, potreste pensare: si evitano inutili perdite di tempo. No! Mia figlia ha le idee talmente chiare che va alla ricerca di capi fatti esattamente come dice lei! Il modello, il colore, il tessuto, la vestibilità, ogni cosa deve essere proprio come lei l’ha immaginata. Non è minimamente rilevante, dal suo punto di vista, cosa va di moda e cosa no, cosa c’è in vendita e cosa manca completamente dalle collezioni dell’anno o, semplicemente, cosa non esista, Lei cerca una cosa specifica e la cerca disperatamente fino a quando non la trova o si rassegna per sopraggiunti limiti di tempo (salvo poi ricominciare all’occasione successiva). Alla luce di questo chiarimento dovrebbe risultare più facile vedere noi tre come delle povere vittime sacrificali!  

Ad ogni modo, poiché a Natale siamo tutti più buoni, terminato il pranzo, ci siamo imbarcati alla volta del centro storico. Non era la prima volta che andavamo a Torino e trovare un parcheggio è sempre stata un’impresa titanica: ovviamente alle 14.30 del 24 Dicembre siamo riusciti a sistemare la macchina a ridosso di Piazza Castello nel giro di 5 minuti! A quel punto ci siamo quasi immediatamente resi conto che tutti i negozi preferiti di Elisa, da HM a Tally Weijl, da Jennyfer a Stradivarius, da Motivi a Tezenis si profilavano quasi uno accanto all’altro … per cui era inevitabile che ci toccasse batterceli tutti! E così è stato: la prima ora e mezza è trascorsa in un continuo entrare (dal freddo esterno al caldo soffocante e alla musica assordante: quel genere di negozi funzionano secondo me un po’ come i casinò: mirano a rincitrullirti al punto che compri senza capire neanche cosa), verificare che non ci fosse nulla di neppure lontanamente vicino all’idea precisa di vestito e/o gonna a cui aveva pensato mia figlia, uscire (dal caldo soffocante al freddo) e passare al negozio successivo. Al termine di questo primo giro di controllo Luca, Niky ed io eravamo esausti, Elisa di pessimo umore. Ci siamo concessi tutti una pausa caffè, convinti di essere ormai sul punto di rientrare a casa, anche se a mani vuote, quando la diretta interessata, evidentemente pervasa dallo spirito natalizio …

Elisa: “Va beh, posso provare qualcosa di un po’ diverso da quello che avevo in mente. Mi servono davvero abiti nuovi per queste feste. Rifacciamo il giro. Sono sicura che guardando meglio qualcosa verrà fuori”. In quel momento ho osservato Nikita con attenzione: giuro che stava per svenire! Luca si è rattrappito fino a perdere almeno 5 centimetri di altezza. Io ero troppo frastornata per reagire in qualsiasi modo. Come agnelli condotti al macello, siamo tornati sui nostri passi alla ricerca di un vestito e/o di una gonna non meglio identificati salvo che per alcuni aspetti comunque imprescindibili: dovevano essere tassativamente neri o bordeaux (e va bene), di cotone e non di velluto (e già questo in pieno inverno …), senza un solo filo di lurex o di paillettes (a ridosso delle feste di Natale?!). Due ore dopo Luca, Niky ed io ci trascinavamo verso la macchina, capeggiati da mia figlia, euforica per l’acquisto di una t-shirt e di un paio di treggings …

Elisa: “Visto?! Ero certa che qualcosa avrei trovato! Pazienza per la gonna che mi sarebbe servita domani: userò i pantaloni nuovi e martedì 27 potremo andare ad Arese per ricominciare a cercare: lì senz’altro troverò quello che mi serve!”.

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