recensioni

SERENA VENDITTO “L’ULTIMA MANO DI BURRACO (UN’INDAGINE DI MYCROFT, IL GATTO DTECTIVE)”

SERENA VENDITTO

Serena Venditto è nata a Napoli nel 1980. Dal momento in cui si è laureata in archeologia ha sempre lavorato presso il Museo Archeologico nazionale della città partenopea.

Come romanziera ha esordito con “Le intolleranze alimentari”, un romance che ha riscosso un certo successo. In seguito, nel 2014, ha pubblicato “Aria di neve”, un giallo ambientato a Napoli che ha come protagonisti quattro giovani e brillanti coinquilini che, supportati dal gatto di casa, Mycroft, si improvvisano investigatori. Il successo di quest’ultimo romanzo è stato tale che la Venditto ne ha fatto il primo di una vera e propria saga di cui “L’ultima mano di burraco” è uno dei numerosi capitoli.

L’ULTIMA MANO DI BURRACO (UN’INDAGINE DI MYCROFT, IL GATTO DETECTIVE)

Chiaia, Napoli bene. Il settantenne Temistocle Serra, eminente matematico e docente di “Teoria dei giochi” presso la prestigiosa Università Partenopea, dopo una tranquilla giornata in Istituto, un incontro di lavoro con la giovane ed efficiente segretaria ed una tranquilla serata in famiglia con la moglie, i due figli adulti ed il genero, muore avvelenato ed affida alle carte da gioco utilizzate con i propri cari per qualche mano di burraco un messaggio cifrato. L’ispettore Teo De Iullis, incaricato del caso insieme al suo braccio destro Andrea, convoca sulla scena la brillante Malù, archeologa esperta di codici, nota conoscitrice di gialli classici e già in passato valente aiuto per altre indagini di polizia.

Malù, cervello sopraffino, istinto micidiale, attenta conoscitrice dell’animo umano, ben volentieri si fa coinvolgere nel caso e, a sua volta, si fa assistere dai suoi coinquilini di via Atri 36. Nel vicolo del centro di Napoli, in uno spazioso ed accogliente appartamento, la studiosa infatti divide i suoi spazi con il valente musicista Kobe, giapponese dall’italiano sgrammaticato afflitto da gelosia patologica nei confronti della storica fidanzata, con il bel sardo-nigeriano Samuel, rappresentante di prodotti per gelaterie e, in quanto tale, automunito e con Ariel, traduttrice di romance, ex fidanzata del poliziotto Andrea ed attuale ragazza di Samuel, perfetta cassa di risonanza per la brillante archeologa. A completare il quadro di via Atri c’è poi Mycroft, il gatto di casa, che non a caso porta fiero il nome del fratello di Sherlock Holmes.

Dunque, partendo dallo studio del codice ritrovato sulla scena del crimine ma andando poi a scavare più a fondo, spesso scavalcando le forze di polizie “regolari”, Malù ed i Suoi riescono effettivamente a venire a capo del problema ed a risolvere brillantemente un delitto che ha radici davvero molto vecchie.

GIUDIZIO

“L’ultima mano di burraco” ha un intreccio ben costruito che ricorda molto i gialli di impostazione classica. L’ambientazione partenopea risulta piacevolissima ed i personaggi sono ben costruiti e perfettamente in grado di conquistare il lettore. Lo stile è scorrevole talvolta addirittura brillante, anche se alcune colte citazioni risultano un po’ ridondanti. Avrei forse preferito che il gatto avesse una presenza meno invadente ma mi rendo conto che il mio è un giudizio di parte: io amo i cani!

Facebooktwitterredditpinterestmail

Facebooktwitteryoutubeinstagram

Lascia un commento