diario di bordo

Un fine settimana … sull’autostrada

Domenica 5 Marzo ore 22.00. Il fine settimana volge al termine … finalmente! Certo è insolito vedere la conclusione del weekend come qualcosa di positivo ma, ovviamente, tutto dipende da come è andato …
Venerdì 3 e sabato 4 le scuole sono rimaste chiuse in occasione del carnevale, così noi quattro (noi tre più Niky, ovviamente) avevamo stabilito di andare a casa nostra, sul lago di Iseo. L’idea era che Luca sarebbe andato in ufficio venerdì mattina ma sarebbe rientrato per l’ora di pranzo e saremmo partiti subito.
Venerdì mattina non avevo alcun impegno particolare. Nikita era a casa nostra già da giovedì sera. Bisognava solo preparare i bagagli. Le ragazze si sarebbero occupate dei loro, io di quelli miei e di mio marito, nonché della spesa (CHE FACCIO SEMPRE PRIMA DI PARTIRE) e della borsa termica. Come volevasi dimostrare la mia mattinata tranquilla si è trasformata in una corsa frenetica, così alle 11.30 ho depositato le due cabin bag e la cuccia davanti alla porta d’ingresso, ho lasciato la spesa e la borsa termica in box e l’abito di Luca nella custodia appesa al porta abiti, HO FATTO VEDERE ALLE RAGAZZE COSA BISOGNAVA CARICARE IN MACCHINA, dopo di che sono corsa a farmi la doccia per essere pronta non appena fosse arrivato mio marito dall’ufficio. Ovviamente non ce l’ho fatta! Mentre Luca e le ragazze caricavano la macchina io mi stavo ancora asciugando i capelli. E dire che avevo perfino pensato di truccarmi! Ad ogni modo sono scesa a precipizio quando loro avevano già richiuso il bagaglio, così ho inserito l’allarme e siamo partiti.
All’altezza dell’uscita “Milano Certosa”, una ventina di minuti dopo la partenza, Luca è finalmente passato dalla modalità “come-faranno-in-ufficio-senza-di-me” a quella “sono-in-ferie-con-la-mia-famiglia-gli-altri-si-arrangino-una-volta-tanto” ed ha cominciato ad interagire con me e le ragazze.
Luca: “Tesoro, cosa c’era nelle borse del Tigros accanto alla cuccia del cane ed alla borsa termica?”
Io: “La spesa, ovviamente”
Luca, sogghignando: “La mattinata deve essere stata un vero incubo se non sei riuscita a sistemare la spesa in cucina”
Io, terrorizzata: ”Quella in box è la spesa da portare al lago … “
Luca, già nel panico: “Vuoi dire che dovevo caricarla in macchina?”
Io: “Ahargh!”
Usciamo dall’autostrada e torniamo indietro. Riapriamo il canncellone, la basculante e carichiamo la spesa. Richiudiamo tutto e ripartiamo.
Elisa: “Va bè, dai, in fondo eravamo ancora vicini”
E visto che la filosofia di Luca in vacanza è “Hakuna Matata” ci siamo rilassati e abbiamo serenamente ripreso il viaggio.
Siamo arrivati al centro commerciale Orio Center alle 15.00 passate e ci siamo fermati per mandare giù un boccone … e cercare un paio di scarpe di Elisa … due ore di prove continue senza comprare nulla! Comunque, dal momento che tutti noi conosciamo bene il nostro pollo, non è che ci aspettassimo nulla di diverso ed alle 17.30 siamo serenamente risaliti in macchina alla volta del lago. Il traffico intanto si era fatto feroce.
All’ingresso dell’autostrada, a Bergamo, Luca, distratto, ha imboccato la rampa per Milano invece che quella in direzione Venezia. Lo abbiamo preso in giro e ne abbiamo riso … la prima volta: le due successive molto meno! Finalmente ci siamo rimessi in marcia e siamo arrivati all’uscita di Ponte Oglio verso le 19.00. Le ragazze a quel punto hanno iniziato a raccontasi reciprocamente cosa si sarebbero messe per uscire a cena il sabato: avevamo prenotato in un ristorante molto elegante, ecco perché avevo portato l’abito grigio per Luca …
Io, ottimista: “Avete caricato il porta abiti che avevo lasciato appeso all’attaccapanni, vero?!”
In macchina la temperatura è scesa di almeno 10° in un colpo solo! Ho cominciato ad urlare nello stesso istante in cui Luca procedeva ad una vietatissima inversione ad U per tornare a Casorezzo.
Nel traffico dell’ora di punta e in un silenzio tombale siamo arrivati alle 21.00. Ho riaperto casa, recuperato il porta abiti e siamo ripartiti. Siamo arrivati al lago a mezza notte passata ed, esausti, siamo andati tutti quanti a dormire.
Sabato mattina ci siamo svegliati tutti piuttosto tardi, verso le 10.00 e ci siamo resi conto che la casa era stranamente fredda: senza neppure prendere prima il caffè mi sono piombata sulla caldaia per scoprire che la maledetta era in blocco! (Negli anni ho sviluppato una vera e propria idiosincrasia per le caldaie, vedi l’iter di sostituzione di quella di Casorezzo.) Ringraziando il cielo al lago l’idraulico è abituato alle chiamate d’emergenza nel fine settimana visto il numero di seconde case in zona e per l’ora di pranzo l’emergenza era rientrata (anche se io avrei preferito qualche grado in più). Il pomeriggio è trascorso tranquillo e la serata è andata benone, con una cena squisita ed una conversione piacevole (sul conto invece è meglio sorvolare: penso che passerà un anno prima che noi si torni a mangiare astice!).
Domenica mattina sveglia alle 8.30 perché le ragazze volevano essere a casa entro l’ora di pranzo per poter studiare nel pomeriggio. Ho fato i bagagli, Luca ha caricato la macchina e siamo partiti intorno alle 10.00. Ci siamo fermati al bar a fare colazione. Abbiamo ripreso l’autostrada, ascoltato la musica delle ragazze, discusso sulle capacità canore di alcuni rapper che vanno per la maggiore (sui testi delle canzoni ormai evitiamo proprio di confrontarci) e siamo arrivati a Casorezzo verso le 12.30. Nikita doveva fermarsi da noi anche per il pranzo, quindi siamo andati direttamente a casa e davanti al cancellone del box ho avuto un lapsus: ho chiaramente visto le chiavi di casa di Casorezzo appoggiate sul mobile dell’ingresso nella casa al lago … devo raccontarvi cosa è successo quel punto?!

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