recensioni

JULIA QUINN “UN UOMO DA CONQUISTARE (BRIDGERTON 4)

JULIA QUINN

Julia Quinn è lo pseudonimo usato da Julie Pottinger (New York 1970), per firmare i suoi romance.

Durante l’ultimo anno all’Harvard College, l’allora giovanissima Julie non aveva chiaro cosa volesse fare da grande. Dopo mesi di tentennamenti e dubbi, la neo laureata in Storia dell’Arte finì per optare per la Scuola di Medicina ma scoprì di dover attendere ben due anni prima di poter accedere a Yale o alla Columbia. Così decise che nel frattempo avrebbe potuto provare a scrivere un romance. In poco tempo pubblicò tre romanzi. Entrata finalmente a Medicina, per diversi mesi si concentrò sul nuovo ciclo di studi ma, alla fine, si rese conto che la scrittura era la sua vera passione e lasciò la Scuola.

La Quinn oggi viene tradotta in 29 lingue, è stata per 19 volte nella classifica dei Best Seller di New York, ha vinto il Rita Award nel 2007 e da una delle sue saghe Shonda Rhimes ha tratto la serie televisiva evento del 2020.

LA SAGA DI BRIDGERTON

La saga da cui Shonda Rhimes (già nota sceneggiatrice di “Grey’s Anatomy”, “Private Practice”, “Scandal” e “Le regole del delitto perfetto”) si è basata per la serie televisiva evento del 2020 è quella di Bridgerton, scritta fra il 2000 ed il 2013. Si tratta di nove romanzi, ambientati nella prima metà dell’ottocento, che vedono protagonisti i rampolli di casa Bridgerton, una delle più solide e antiche famiglie della nobiltà britannica. La prima stagione televisiva prende spunto dal primo volume e, presumibilmente, la seconda, già annunciata, si rifarà al secondo. E’ giusto far presente comunque che la distanza fra “Il Duca e io” e la relativa versione TV è notevole: le differenze sono moltissime, sia in termini di intreccio che di personaggi.

UN UOMO DA CONQUISTARE (BRIDGERTON 4)

Londra, Aprile 1824.

Colin Bridgerton, terzogenito maschio del nobile e stimato casato, è appena rientrato in Inghilterra dopo l’ennesimo lungo viaggio all’estero. Il giovane aristocratico, ormai trentatreenne, da anni alterna lunghi soggiorni fuori sede a brevi periodi trascorsi a casa: ama patria e famiglia ma solo viaggiando riesce a placare l’inquietudine di cui è spesso vittima, dovuta al bisogno inappagato di trovare uno scopo, una collocazione che non si limiti ad un ruolo vuoto, seppur piacevole, all’interno dell’alta società.

Penelope Featherington a ventotto anni è ormai ufficialmente una zitella e vive serenamente il proprio status. Non è più costretta ad indossare gli orrendi abiti scelti per lei dalla madre, fa da accompagnatrice all’adorabile sorella minore e gode dell’amicizia dell’intero clan Bridgerton, in particolare è sempre legatissima ad Eloise, con cui sogna di poter un giorno dividere un alloggio.

Colin e Penelope sono da sempre legati da una sincera amicizia. Colin trova Penelope piacevole e rasserenante. Penelope ama Colin da quando ha sedici anni ma è consapevole di non avere alcuna speranza con l’ambito scapolo e si accontenta dell’affetto che li lega.

Quando però i due giovani si rincontrano durante la festa di compleanno della Viscontessa Madre, Colin scopre una Penelope diversa da come la ricordava, più sicura ed arguta, più interessante e più bella. Certo per il bel Bridgerton, già alla ricerca di una propria collocazione nel mondo, ammettere di provare qualcosa di profondo per una donna come Penelope, da sempre ai margini della pista da ballo, non è semplice. E pure per Penelope è difficile riconoscere i nuovi segnali inviati dall’uomo che ha sempre idolatrato. Se poi fra i membri del Tòn si scatena la caccia all’identità della famigerata Lady Whistledown la situazione si ingarbuglia ancora di più. Ma alla fine l’amore trionfa ancora una volta e l’autrice delle “Cronache mondane” si rivela finalmente al mondo.

GIUDIZIO

Il quarto romanzo della saga è decisamente più articolato rispetto ai precedenti. Innanzitutto i due protagonisti principali hanno personalità particolarmente interessanti e ricche di sfaccettare e vivono un fantastico percorso di crescita. In secondo luogo l’intreccio non si limita alla storia d’amore ma da un lato approfondisce l’aspetto dei rapporti d’amicizia, dall’altro ha anche una vena gialla, relativa all’identità di Lady Whistledown, del tutto inedita e piacevolissima. I dialoghi sono frizzanti e le descrizioni presenti nei “Diari di Viaggio” splendide, peccato manchino invece quelle di Londra. Consigliatissimo.

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