recensioni

SUSAN ELIZABETH PHILLIPS “VIENI VIA CON ME”

SUSAN ELIZABETH PHILLIPS

Susan Elizabeth Phillips è nata a Cincinnati, in Ohio, nel 1948. Ha lavorato come insegnante di scuola media fino alla nascita del suo primo figlio. A quel punto ha scritto un romanzo a quattro mani con Claire Kiehl che ha pubblicato sotto lo pseudonimo di Justine Cole. Il libro è andato bene ma la Phillips e famiglia si sono dovuti trasferire dall’Ohio in New Jersey così lei ha deciso di provare a scrivere da sola usando il suo vero nome. Oggi è un’autrice da milioni di copie e viene tradotta praticamente in tutto il mondo. Vive con il marito e i due figli a Chicago.

La Phillips è nota soprattutto per due collane, quella di “Wynette Texas” e quella dei “Chicago Stars”, tuttavia è autrice anche di numerosi romanzi stand alone fra cui, appunto, “Vieni via con me” del 2020.

VIENI VIA CON ME

Tess Hartsong è una giovane vedova che, prostrata dalla perdita prematura del marito, decide di abbandonare famiglia, amici e il suo lavoro da ostetrica per rifugiarsi nello sperduto paesino di Runaway Mountain, in Tennessee. Spera così di evitare la compassione e cerca di inserirsi nella nuova compagine sociale lavorando come cameriera nella locale caffetteria. Fa immediatamente colpo sui maschi del posto ma si scontra quasi subito con le altre donne, che la vedono come una rivale, e, soprattutto, trova difficile gestire i pregiudizi educativi retrogradi tipici delle località rurali.

Ian North IV è l’erede di una ricca famiglia newyorkese, un affermato esponente della street art e sembra essere più o meno felicemente sposato con la splendida Bianca, incinta di sette mesi. Dopo un’infanzia ed un’adolescenza caratterizzate da gravi maltrattamenti fisici e psicologici da parte del padre brutale, Ian è ormai padrone del proprio destino e dell’intera fortuna di famiglia, non si ritrova più nel suo ruolo di artista maledetto e ribelle e si è rifugiato a Runaway Mountain con la compagna in cerca di una nuova identità culturale.

Tess e i North sono relativamente vicini di casa e le due giovani donne fanno amicizia in fretta. Ian non sembra felice di questo rapporto ma non riesce ad ostacolarlo. Quando però Bianca partorisce prematuramente per poi morire subito dopo a causa di una grave e rara complicazione, l’ex ostetrica ed il famoso artista si trovano insieme a dover gestire una bambina prematura: il loro rapporto è dunque destinato a cambiare, a rinsaldarsi ma porterà anche alla guarigione ed all’amore?

GIUDIZIO

Il nuovo romanzo della Phillips è sicuramente molto più cupo rispetto all’intera sua produzione precedente. Tutta la prima parte del libro è tesa alla presentazione dei due protagonisti: la costruzione psicologica è notevole ma, trattandosi di anime profondamente ferite, evidentemente ne scaturisce un testo tutt’altro che leggero e frizzante e non basta qualche sagace battuta ad alleggerire l’atmosfera, tanto più che anche i protagonisti secondari e le splendide descrizioni si adattano al tono generale e invece di stemperare la cupezza la acuiscono. Solo negli ultimissimi capitoli si avverte una netta inversione di rotta e si riscopre la solita Phillips. Sconsigliato per chi cerca un vero e proprio romance.

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