recensioni

ALESSIA GAZZOLA “LENA E LA TEMPESTA”

ALESSIA GAZZOLA

Alessia Gazzola è nata a Messina nel 1982. In seguito al divorzio dei genitori, è cresciuta con la madre ed i nonni in un contesto borghese. Diplomatasi al liceo classico e laureatasi in medicina, ha poi conseguito la specializzazione in medicina legale nel 2011.

Durante gli anni della specializzazione la Gazzola ha creato il personaggio di Alice Allevi e nel 2011 è stato pubblicato il suo primo romanzo con questa protagonista, “L’Allieva”. Il successo è stato notevole e la dottoressa ha dunque continuato a scrivere. Ad oggi esistono otto libri sulle avventure di Alice (il terzo in ordine di pubblicazione, “Sindrome da cuore in sospeso” del 2012, è in realtà un prequel e va dunque letto per primo). Tutti i romanzi sono stati tradotti in Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Tunisia, Polonia, Serbia e Giappone. Inoltre, nel 2015, la Rai ha iniziato le riprese di una serie televisiva basata sulle prime tre storie. La fiction, con protagonisti Alessandra Mastronardi e Lino Guanciale, è stata trasmessa a inizio 2017 ottenendo un eccellente share, tanto che è già in lavorazione la seconda serie.

Nel 2016 la Gazzola ha pubblicato il suo primo romanzo senza Alice, con una protagonista ed un contesto completamente diverso, “Non è la fine del mondo”, e nella primavera del 2019 è uscito un nuovo libro stand alone, “Lena e la tempesta”.

La Gazzola oggi vive a Verona con il marito medico e le loro due figlie.

LENA E LA TEMPESTA

A poco meno di trent’anni Lena sta attraversando un momento professionalmente molto difficile: la sua carriera di illustratrice, che era decollata anni prima sotto i migliori auspici grazie ad una mentore assai autorevole, ha subito una brusca battuta d’arresto, lasciandola con grosse difficoltà economiche. La giovane donna è dunque costretta a correre ai ripari. Lascia Roma ed il suo costoso appartamento in affitto e trasloca a Levura, un’isoletta al largo di Palermo. Qui c’è la vecchia casa di famiglia che il padre, celebrato autore e stimato professore, le ha donato quando ha divorziato dalla madre. La villa è stata a lungo trascurata ma con pochi oculati interventi può facilmente essere affittata per la stagione estiva e lei può occuparsi della proprietà e non avere alcuna spesa aggiuntiva soggiornando nella piccola dependance.

Levura è in effetti una località magnifica. Nonostante anni prima un articolo del Times l’abbia portata alla ribalta rendendola un’ambita meta turistica, è ancora almeno in parte selvaggia ed incontaminata, affacciata su un mare cristallino e con una vegetazione lussureggiante. Il posto ideale dove ricaricarsi e riflettere su come dare nuovo slancio ad una carriera in declino.

Lena però non riesce a vedere quel luogo con la dovuta positività: lì, nella sua stanza di adolescente, 15 anni prima, la notte del 14 agosto, è stata stuprata da un amico di famiglia.

La violenza l’ha così traumatizzata che la giovane donna non ha mai rivelato a nessuno quanto accaduto, neppure ai suoi genitori. Semplicemente ha relegato l’episodio in un angolo della mente, salvo però trasformarsi da ragazza empatica e solare a donna solitaria e silenziosa, incapace di vivere una relazione sentimentale e costantemente tesa a scongiurare qualsiasi forma di scontro diretto, con genitori, insegnanti, amici, colleghi, capi, ecc.

Nonostante tutti i suoi dubbi comunque Lena potrebbe anche riuscire a vivere serenamente il periodo estivo se l’arrivo improvviso della madre con alcuni amici che erano presenti in quel fatidico mese d’agosto non le riportasse costantemente alla mente quanto accaduto.

L’incontro con un giovane medico, Tommaso, temporaneamente occupato presso la guardia medica locale, e l’evidente attrazione reciproca diventano poi la classica “ultima goccia” che costringerà la giovane donna ad affrontare una volta per tutte quanto le è accaduto, a farsi travolgere dalla tempesta emotiva per poi iniziare finalmente a ricostruirsi.

GIUDIZIO

Il nuovo libro della Gazzola è di difficile classificazione. Non si tratta certo di un romance tradizionale visto che la storia fra Lena e Tommaso è strumentale, serve alla protagonista come spunto per accettare e superare il passato. Lo si può forse intendere come romanzo di formazione, data l’opera ricostruttiva che la protagonista fa su se stessa. Anche lo stile intimistico e l’intreccio povero di avvenimenti spingono in questa direzione e l’autrice è davvero brava nel costruire la protagonista e nel mostrarci la profondità della sua ferita.

Detto questo a me personalmente però il romanzo non è piaciuto, l’ho trovato noioso e prolisso, ben lontano dalla solita produzione dell’autrice caratterizzata da ironia e vivacità e mi auguro che si sia trattato solo di una parentesi e non di una svolta definitiva.  

Facebooktwitterredditpinterestmail

Facebooktwitteryoutubeinstagram

Lascia un commento