recensioni

DAISY GOODWIN: “L’EREDITIERA AMERICANA”

DAISY GOODWIN

Daisy Goodwin è nata a Londra nel 1961 e vive tuttora nella capitale britannica insieme al marito, il dirigente televisivo Marcus Wilford, alle due figlie e a tre cani.

Figlia del noto produttore cinematografico Richard Goodwin e della decoratrice d’interni di origine argentina Jocasta Innes, ha trascorso infanzia ed adolescenza circondata da artisti e personaggi fuori dal comune.

Ha studiato prima al Queen’s Collegge e alla Westminster School di Londra, poi storia al Trinity di Cambridge e quindi cinematografia alla Columbia ed è approdata alla BBC nel 1985.

Oggi è una produttrice di grande successo (sua la serie Tv “Vittoria”), ha pubblicato numerose poesie e svariati romanzi. In Italia, per Sonzogno, sono usciti “Vittoria”, “L’amante inglese di Sissi” ed, appunto, “L’ereditiera americana”.

L’EREDITIERA AMERICANA

Fine ‘800. Cora Cash ha appena festeggiato i suoi diciotto anni con la più sfavillante festa di debutto che il bel mondo newyorkese abbia mai visto e, perfettamente consapevole della sua bellezza e della sua straordinaria ricchezza, è pronta a conquistare un aristocratico inglese in difficoltà economiche, soprattutto per sottrarsi, il più in fretta possibile, al sopprimente controllo materno, che vede nell’elevazione sociale della figlia il coronamento di un percorso iniziato dai più bassi gradini della scala sociale.

Cora è già stata invaghita di un coetaneo della sua cerchia, l’affascinante Teddy Van Der Leyden, che però, dopo averla corteggiata, non ha avuto il coraggio di farle la proposta: da un lato infatti il giovane non voleva rinunciare alla possibilità di intraprendere gli studi d’arte in Francia, dall’altro temeva di sentirsi a disagio accanto ad una donna ben più ricca di lui ed, infine, non era pronto a sfidare le convinzioni della madre, “aristocratica” americana decisamente contraria all’unione con un’ereditiera di nuova generazione. Delusa dal primo spasimante, l’ereditiera, viziata da un punto di vista materialistico ma anche di buon cuore e profondamente ingenua, si lascia facilmente travolgere dalla violenza del sentimento che sviluppa nei confronti del tenebroso Duca di Wareham, signore di Lulwhorth, di antichissimo lignaggio ma in gravi difficoltà economiche.

Il matrimonio viene organizzato rapidamente ma anche le nubi si palesano subito all’orizzonte: il duca nasconde un passato sentimentale di qualche genere e Cora, nonostante i suoi sforzi ed il costante appoggio della fedele cameriera personale di colore Bertha (a sua volta impegnata in una complessa relazione con un valletto bianco), fatica a comprendere sia gli intrighi tipici dell’aristocrazia inglese sia il forte legame con il passato e la tradizione che il vecchio mondo, seppur economicamente in ginocchio, non riesce ad abbandonare.

Perché l’unione fra Cora ed il Duca possa resistere e prosperare dovrà essere Cora a crescere, a perdere la sua ingenuità e a farsi ponte fra vecchio e nuovo, accettando ed imponendo compromessi. Ma la giovane ereditiera, abituata ad avere tutto e subito, riuscirà a trovare in se stessa la forza necessaria per tracciare il percorso?

GIUDIZIO

Il romanzo della Goodwin vanta un’accurata ambientazione storica, belle descrizioni e personaggi principali e secondari a trecentosessanta gradi. L’intreccio narrativo, che per altro può contare su ben tre diverse storie d’amore, non è certo particolarmente originale ed il ritmo degli accadimenti è piuttosto lento, tuttavia l’autrice riesce a coinvolgere emotivamente il lettore ed abbandonare la storia è veramente difficoltoso. Voglio sottolineare che non si tratta di una semplice romance ma di un libro che tocca tematiche importanti quali il crollo del sistema aristocratico inglese fra la fine del ’800 e l’inizio del ‘900, il complesso rapporto fra l’antica Gran Bretagna e la giovane ex colonia americana, nonché la questione razziale. Consigliatissimo soprattutto per chi ha amato Downton Abbey.

Facebooktwitterredditpinterestmail

Facebooktwitteryoutubeinstagram

Lascia un commento