recensioni

Robyn Harding “Il party”

ROBYN HARDING

Robyn Harding vive a Vancouver con il marito ed i due figli. Ha lavorato a lungo come sceneggiatrice ed ha anche prodotto un film indipendente. Ha esordito come romanziera nel 2017 con il thriller “Il party”

IL PARTY

I Sanders vivono in un ricco quartiere di San Francisco, in una splendida casa restaurata da poco ed hanno una notevole disponibilità economica. Jeff è dirigente in un’importante società high tech e, nonostante la mezza età, è ancora così in forma da poter partecipare al triathlon. Kim ha un lavoro part time come copywriter e si occupa con scrupolosa attenzione dei figli. Hanna sta per compiere 16 anni, è bella, intelligente, studia con profitto in una prestigiosa scuola privata, suona il pianoforte e frequenta una ristretta cerchia d’amicizie del suo stesso ambiente sociale. Aiden è un tredicenne tranquillo, tutto concentrato sul calcio e sullo skateboard.
All’apparenza dunque i Sanders hanno una vita perfetta, ma le cose non stanno esattamente così. Da ragazza brillante ed avventurosa che era, Kim si è trasformata in una madre a 360°, costantemente preoccupata del benessere dei ragazzi e dell’opinione di amici e vicini, ma anche capace di flirtare impunemente con un collega e di valutare l’opportunità di una relazione extra coniugale. Il rapporto fra lei e Jeff si è notevolmente deteriorato nel corso degli anni ed è arrivato ad un punto di rottura quando la donna ha scoperto che il marito faceva saltuariamente uso di piccole dosi di LSD. Jeff, dal canto suo, si sente un guinzaglio intorno al collo e fa di tutto per restare fuori casa il maggior numero di ore possibili. Hanna sta entrando in una fase di ribellione: le regole imposte dalla madre sono troppe e lei vorrebbe maggiore libertà, tanto più che è da poco entrata in confidenza con il ristretto gruppo di ragazzi che a scuola viene idolatrato da tutti. Anche Aiden, nonostante sia ancora poco più di un bambino, mal tollera le eccessive ingerenze materne ed, in assenza di adulti, sfoga la sua frustrazione con un lessico da scaricatore di porto.
La situazione precipita in occasione della festa per i 16 anni di Hanna. Quello che era stato programmato come un tranquillo pigiama party fra ragazze sfocia in una tragedia che fa definitivamente cadere il velo della perfezione e porta a galla tutti i segreti, le incomprensioni ed i rancori serpeggianti da tempo.

GIUDIZIO

Parlare di thriller con riferimento a “Il party” è forse improprio: la trama non nasconde segreti difficili da individuare, non ci sono misteri e complotti. Lo si fa rientrare nel genere soprattutto a causa del clima che si respira fin dalle prime pagine: il senso di oppressione e di tragedia imminente è palpabile ed avvolgente. L’intreccio è tutto giocato sulla psicologia dei diversi personaggi e sui loro rapporti interpersonali e l’autrice è davvero brava a metterli in luce, concentrandosi per ciascun capitolo ora sull’uno ora sull’altro protagonista. La narrazione procede ad un ritmo abbastanza sostenuto e lo stile è eloquente. Un esordio decisamente promettente.

 

Il party

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