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PAOLO ROVERSI “L’IRA FUNESTA (VALDES 1)”

PAOLO ROVERSI

Paolo Roversi è nato a Suzzara, in provincia di Mantova, nel 1975; si è laureato in Storia contemporanea all’università di Nizza; si è stabilito a Milano (dove vive ancora oggi) ed ha iniziato una carriera assai articolata.

Ha collaborato con numerosi giornali e riviste (“Corriere della sera”, “Rolling Stone”, “GQ”, ecc), ha lavorato come sceneggiatore per la televisione (“Distretto di polizia”), gestisce la casa editrice digitale “MilanoNera” e scrive libri.

Roversi è considerato uno dei massimi esponenti del noir metropolitano ed i suoi romanzi hanno vinto numerosissimi premi. La sua fama come giallista è in gran parte dovuta alla serie che ha come protagonista il giornalista hacker Enrico Radeschi ma l’autore ha comunque pubblicato diversi thriller stand alone l’ultimo dei quali, dell’autunno 2021, è “L’ira funesta”.

L’IRA FUNESTA (VALDES 1)

In provincia di Mantova, nella così detta Bassa (la zona di Don Camillo e Peppone per intenderci), lungo le rive del Po, sorge un microscopico borgo da sempre e da tutti chiamato Piccola Russia, per le evidenti ed immutabili tendenze politiche. La vita del Comune si snoda fra le antiche cascine, il Municipio, la farmacia e la Polisportiva, detta Poli, che funge da circolo sportivo e da bar. La popolazione locale è ormai ridotta all’osso e assai peculiare: un insieme di macchiette emblematiche di vizi e virtù dell’umanità intera, tutte concentrate e compresse in una sorta di bolla all’apparenza placida e tranquilla ma percorsa in realtà da tensioni e passioni prepotenti e antiche.

All’inizio di un’afosa estate dei giorni nostri la moglie del farmacista entra in travaglio, i due coniugi corrono all’ospedale e il loro esercizio rimane chiuso. Accade così che il Gaggina, colosso di 130 kg con gravi problemi di controllo della rabbia, rimane senza psicofarmaci, perde il lume della ragione ed inizia una guerra personale contro la locale stazione dei Carabinieri. Lo stesso giorno Giuanin Penna, emigrato molti anni prima negli USA, torna al Paese dopo aver fatto fortuna e viene barbaramente ucciso.

Il Maresciallo Omar Valdes, origini sarde, ex agente delle squadre speciali finito al Piccola Russia per punizione, deluso dalla vita e solitario, si trova così a dover gestire una situazione potenzialmente esplosiva, tanto più che in Paese ognuno pretende di fornire un parere, i giornalisti arrivano a frotte, il PM gli sta con il fiato sul collo ed il nucleo operativo inviato sul posto dai piani alti tratta il caso senza tenere minimamente in considerazione il contesto sociale.

Far sbollire l’ira funesta del Gaggina assediato, sì da risolvere l’omicidio senza perdite inutili, non sarà semplice e richiederà non poca inventiva, quella tanto spesso usata da Don Camillo e Peppone per tirarsi fuori guai.

GIUDIZIO

“L’ira funesta” è senz’altro il romanzo di Roversi che mi è piaciuto di più. L’ambientazione nella Bassa, che già avevo amato moltissimo ne “L’uomo della pianura”, qui la fa da padrone, è il caposaldo dell’intero libro ed è assolutamente fantastica. Il lettore davvero respira l’aria del Po e ne avverte gli odori, pare quasi addirittura di percepire le punture delle maledette zanzare! I personaggi poi sono costruiti alla perfezione, tutti di spessore e assolutamente coerenti. L’intreccio è credibile ed interessante, con molti spunti riflessivi sulla storia troppo spesso infelice del nostro Paese. A stemperare la tensione uno stile brillante e dialoghi che strappano ben più di una risata. Davvero un piccolo gioiello.

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