recensioni

Simona Morani “Quasi arzilli”

SIMONA MORANI

Simona Morani, classe 1982, nata a Faenza ma cresciuta a Canossa (RE), dopo la laurea in lingue ha traslocato in Germania, dove ancora risiede. Lavora come giornalista culturale, interprete, redattrice per cinema e tv ed è anche insegnante di italiano.
Nel 2015 il suo romanzo d’esordio, “Quasi arzilli”, ha riscosso un notevole successo di pubblico e di critica, tanto da vincere il premio “Zocca Giovani”. In seguito ha pubblicato anche “Cuore delicato lavare a mano”.

QUASI ARZILLI

A Case di Sopra, paesino dell’Appennino emiliano, il sessantenne Elvis, ex rockettaro, gestisce il bar “La Rambla” come se fosse un club privato, esentato dalle regole in vigore per i pubblici esercizi (in particolare quanto al divieto di fumare) e riservato a quattro arzilli vecchietti: Ettore, Basilio, Riccardo e Gino.
Ettore ha il soprannome di Putto: da sempre codardo nei confronti della vita, ha finito con il restare solo, senza avere mai neppure una compagna. Basilio, che vive con una nipote tanto bella quanto asociale, è un ex partigiano paladino della libertà personale di ciascun individuo e contrario a qualunque forma di controllo dall’alto. Cesare, il Sordo, è sposato da decenni e, quando non è al bar con gli amici, passa il tempo litigando con la moglie. Riccardo, detto Sacchetta a causa del recente intervento di neostomia, dopo una vita da playboy ha dovuto rinunciare alle sue conquiste con grande gioia e soddisfazione della moglie. Gino, il più anziano, ha il soprannome di “Apecar” perché, in seguito al ritiro della patente causato dalla quasi totale cecità, si diletta comunque a scorazzare in paese con una vecchia Ape arrugginita.
Dopo anni di immobilità quasi totale, ad un certo punto Case di Sopra è teatro di ben quattro novità. Innanzitutto da diversi mesi in Paese è arrivato il vigile Corrado che, bullizzato da bambino, intende far valere la sua nuova posizione di potere cogliendo Gino in flagranza di guida senza patente. In secondo luogo, Ermenegildo, amico comune a tutta la banda, muore improvvisamente. Ancora, lo storico negozio di frutta e verdura viene rilevato da un rumeno che parla l’italiano poco e male. Infine, viene inaugurata una Casa di Riposo all’avanguardia che è alla disperata ricerca di nuovi inquilini.
La concomitanza di questi avvenimenti porta non poco scompiglio fra i vecchietti del Paese (fra cui la Pettegola per eccellenza e la Gattara) ed in particolare per quelli della Rambla e cambia radicalmente lo status quo, a volte in positivo, altre in negativo.

GIUDIZIO

“Quasi arzilli” è un romanzo di rara delicatezza. Il suo maggior pregio è costringere il lettore ad un cambio di prospettiva: nella vita di tutti i giorni qualunque individuo giovane o di mezza età si schiererebbe naturalmente dalla parte del vigile urbano e caldeggerebbe l’ingresso di tutti i vecchietti in una Casa di Riposo. Leggendo questo romanzo si è naturalmente portati a guardare le cose dal punto di vista dei vegliardi. Le persone anziane, tendenzialmente abbandonate a se stesse, private di uno scopo e di una qualsiasi funzione sociale, sono comunque individui con passioni, sentimenti, aspettative e che meritano rispetto e considerazione. Questa semplice verità viene spesso dimenticata mentre l’autrice ce la ricorda con ironia frammezzata ad una lieve malinconia.
Il romanzo comunque ha un grosso limite: non esiste una vera e propria storia, la narrazione si riferisce al quotidiano dei personaggi e la mancanza di un vero e proprio intreccio toglie ritmo e rende la lettura piuttosto lenta.

 

Quasi arzilli

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