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Pino Imperatore “Con tanto affetto t’ammazzerò (Le indagini dell’Ispettore Scapece 2)”

PINO IMPERATORE

Pur essendo nato a Milano nel 1961, dai due anni in poi Pino Imperatore è cresciuto a Mugnano, in provincia di Napoli, città natale dei suoi genitori. Laureatosi in Scienze Politiche nel 1986 presso l’Università di Napoli Federico II, è diventato giornalista ed ha collaborato con “Il Mattino”, con “Il Domani”, con “La Voce della Campania” ed anche con l’emittente televisiva “Rete più Italia”. Dal 1992 è anche dipendente del Comune di Napoli (prima come funzionario amministrativo, poi come dirigente).
A partire dalla seconda metà degli anni ’90 Imperatore lavora come cabarettista ed attore comico nei locali partenopei ed, a inizio 2000, comincia a far pubblicare i suoi testi umoristici ricevendo da subito numerosi riconoscimenti. Fonda il “Laboratorio di scrittura comica ed umoristica” e diventa un autore comico per la televisione.
Il suo primo romanzo risale al 2012, “Benvenuti in casa Esposito”, di cui già l’anno successivo esce il sequel. “Questa scuola non è un albergo” è del 2015, “Allah, San Gennaro e i tre kamikaze” del 2017. “Aglio, olio e assassinio” è uscito nel 2018, è il suo primo giallo ed introduce il personaggio dell’ispettore Scapece protagonista anche di “Con tanto affetto t’ammazzerò” del 2019.
Imperatore vive ad Aversa, in provincia di Caserta.

LE INDAGINI DELL’ISPETTORE SCAPECE

Gianni Scapece è un quarant’enne di bell’aspetto, amante della buona cucina e delle belle donne, ma è anche un serio professionista. Entrato giovanissimo in polizia, si è fatto le ossa in giro per l’Italia e solo con l’apertura del nuovo Commissariato del quartiere Mergellina è riuscito a tornare nell’amata Napoli, bellissima nelle sue contraddizioni, piena di storia e tradizioni, nei quartieri ricchi come in quelli poveri.
Il braccio destro del Commissario, l’agente Cafiero, è un giovanotto piacente, in gamba, temerario e ormai prossimo alle nozze. Il suo diretto superiore, Improta, è un gentiluomo d’altri tempi che lo stima enormemente ed è sempre disposto ad appoggiarlo e a coprirgli le spalle.
Scapece inoltre può sempre contare sulla famiglia Vitiello che, dal suo ritorno in città, lo ha praticamente adottato. I Vitiello sono i proprietari della rinomata trattoria “Parthenope”. Il capo famiglia è l’anziano ma lucidissimo patriarca Francesco che collabora in armonia con il figlio cinquant’enne Peppe, detto Braciola a causa della notevole stazza. Peppe è sposato con Angelina, appassionata di horror e veggente, ed ha due figli: la bella trentenne Isabella, biologa di professione ma sempre disponibile ad aiutare nell’impresa di famiglia, con cui il commissario ha una mezza liaison, ed il ventenne Diego, fissato con numeri e statistiche. A completare il clan Parthenope: il fedele cane Zorro, fidanzato con la dolce Bigodina, e le cuoche, due sorelle zitelle ma ancora aperte alla possibilità di una relazione romantica.
Scapece, con l’appoggio dei colleghi ufficiali e con l’aiuto dei suoi interlocutori civili, porta avanti le indagini basandosi sulle prove materiali e sui dati scientifici ma anche sulle intuizioni e sulla sua conoscenza dell’animo umano e, fra una mangiata e l’altra, godendosi comunque tutto quanto la vita e gli amici possono offrirgli di bello, riesce sempre ad arrivare alla verità.

CON TANTO AFFETTO T’AMMAZZERO’ (LA SECONDA INDAGINE DELL’ISPETTORE SCAPECE)

Scapece ed Improta partecipano alla festa di compleanno dell’anziana baronessa Elena De Flavis nella splendida Villa Roccaromana. Durante il ricevimento moltissimi invitati svengono e si diffonde il panico. Ore dopo, ripristinato l’ordine, si scopre che la baronessa ed il suo fedele maggiordomo sono scomparsi.
Data la vita irreprensibile della baronessa, peraltro nota e stimata filantropa dei ceti più disagiati, le possibili piste sembrano due: un rapimento a scopo di riscatto con il probabile coinvolgimento del maggiordomo, oppure un omicidio eseguito o commissionato in ambito familiare.
Scapece propende di più per la seconda ipotesi e quindi inizia ad indagare sull’ unica nipote della De Flavis, la splendida trentenne Noemi, proprietaria di una galleria d’arte, e sui tre figli della baronessa: Emilia, Roberto e Simone. Mentre la giovane donna appare da subito molto legata alla nonna e assai preoccupata per la sua scomparsa, i rampolli si dimostrano cinici, viziati ed addirittura instabili.
Scavare fra le miserie di sì fatti individui non sarà piacevole, ma il Commissario riuscirà comunque a portare alla luce la verità.

GIUDIZIO

Nel secondo giallo di Imperatore si riscontrano tutti gli ingredienti tipici dello scrittore: lo stile fluido ed ironico, i dialoghi brillanti, il ritmo vivace, lo spessore dei personaggi, le splendide descrizioni, i racconti sull’arte e le tradizioni partenopee, le riflessioni serie o semi serie sulla natura dell’essere umano. L’elemento innovativo sono le pagine tratte dal diario della baronessa: servono all’autore per meglio inquadrare il personaggio e risultano comunque piacevoli. L’intreccio è valido e ricorda i gialli classici, alla Agatha Christie.
C’è da sperare che Imperatore sforni presto una nuova avventura di Scapece e compagni.

 

con tanto affetto t'ammazzerò

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