recensioni

GEORGETTE HEYER “I SERPENTI DELLA CORNOVAGLIA”

GEORGETTE HEYER

Georgette Heyer nacque a Wimbledon (all’epoca un sobborgo di Londra alto borghese) nel 1902. Ebbe un’infanzia assai felice, circondata dall’affetto dei fratelli e dei genitori (vista l’epoca, insolitamente presenti nella vita dei figli). Scrisse il suo primo romanzo, “La falena nera”, a soli 17 anni e riuscì a pubblicarlo grazie all’aiuto del padre, professore del King’s College. Da allora, fino al momento della morte, avvenuta nel 1974, la Heyer ha dato alla luce più di 50 romanzi (consentendo alla famiglia di mantenere un alto tenore di vita, dopo i problemi economici dovuti alla prematura dipartita dei genitori e alle difficoltà del suo stesso marito, ingegnere minerario).

Mentre Agatha Christie è universalmente nota per i suoi gialli ma scrisse sotto pseudonimo (Mary Westmacott) anche dei romanzi sentimentali, la Heyer è conosciuta soprattutto per la sua produzione “rosa”, in particolare per quella ambientata in epoca georgiana e della Reggenza, ma, fra il 1932 ed 1953, ha scritto (senza servirsi di alcun alter ego) anche dodici gialli ambientati nell’Inghilterra fra le due guerre.

In italiano sono stati pubblicati tutti, anche se non nel corretto ordine cronologico. Fra questi, evidentemente, “I serpenti della Cornovaglia”.

I SERPENTI DELLA CORNOVAGLIA

I Penhallow sono ricchi proprietari terrieri. Il capofamiglia, Adam, è un uomo sadico e piuttosto rozzo che ama tiranneggiare figli e parenti, forte della loro dipendenza economica e psicologica. Presso la brutta e mal gestita tenuta di Trevellin, in Cornovaglia, risiede da sempre gran parte del nucleo familiare e, in occasione del compleanno di Adam, la cui salute è ormai per altro molto compromessa a causa dei numerosi e perduranti vizi, tornano a casa anche i pochi membri che risiedono in città.

Riuniti tutti sotto lo stesso tetto i Penhallow, abituati fin dall’infanzia, sotto l’esempio paterno, a covare risentimenti e invidie reciproche, portano lo stato di tensione al suo massimo livello e, apparentemente, quasi tutti i componenti della famiglia sono pronti, chi più chi meno, ad accelerare il decesso del capofamiglia. In effetti, subito prima dell’attesa festa di compleanno, il delitto si consuma, a dire il vero per mano del meno probabile fra i possibili assassini.

La polizia inizia le indagini ma saranno gli stessi Penhallow a portare alla luce i più torbidi segreti, in un clima di reciproco sospetto che condurrà inevitabilmente ad ulteriori drammi.

GIUDIZIO

Amo molto i romance storici della Heyer, li trovo divertenti e interessanti. Per quanto riguarda la sua produzione noir, questo è il secondo giallo che approccio. Il primo, “Delitto con replica”, non mi era affatto piaciuto ma ho voluto darle un’altra possibilità. Anche “I serpenti della Cornovaglia” però non mi ha convinta del tutto.

Intanto tutta la prima parte del romanzo serve ad inquadrare i numerosissimi personaggi e tende ad essere piuttosto prolissa. L’omicidio si verifica solo dopo più di 200 pagine e a quel punto neppure compare sulla scena un vero detective in grado di condurre un’indagine. Semplicemente l’assassinio dà il via ad una serie di eventi che portanoad una conclusione, anche abbastanza sorprendente, ma assai amara e decisamente in contrasto con i tradizionali canoni del giallo classico.

La bravura dell’autrice nel tratteggiare i protagonisti e nelle descrizioni e l’insolita chiusa riescono a rendere il libro abbastanza interessante ma non sono sufficienti per un giudizio pienamente positivo: andrò avanti con i suoi romance ma con i noir la chiudo qui.

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