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MARCO MALVALDI “LA MORRA CINESE” (I DELITTI DEL BAR LUME)

MARCO MALVALDI

Marco Malvaldi è nato a Pisa nel 1974. Si è laureato alla Normale in chimica e si è diplomato al conservatorio. Ha tentato la carriera di cantante lirico ma non ha avuto successo ed ha iniziato a lavorare come chimico. Nel 2007 ha esordito come romanziere e non ha più smesso di pubblicare, tanto che nel 2013 ha vinto il Premio Letterario La Tore Isola d’Elba.

Malvaldi è diventato famoso per la sua serie di gialli “I delitti del Bar Lume”, da cui Sky ha anche tratto un telefilm (non spiacevole ma, a mio parere, assolutamente non all’altezza dei libri). Si tratta di 9 romanzi (“La morra cinese” è il nono) e svariati racconti usciti nelle antologie tematiche della Sellerio. E’ inoltre autore di numerosi saggi e romanzi stand alone.

LA MORRA CINESE (I DELITTI DEL BAR LUME)

Alle elezioni comunali di Pineta la destra ha vinto dopo decenni di predominio “rosso”. I quattro nonni del Bar Lume, schierati su fronti contrapposti, hanno dunque di che punzecchiarsi e solo i bimbi di Tiziana e Marchino e di Alice e Massimo riescono a distoglierglieli da lunghe disquisizioni politiche, da cui i titolari del bar fanno di tutto per estraniarsi. Le discussioni, già molto vivaci, raggiungono l’apice quando in Paese comincia a girare la voce che la nuova Giunta stia per vendere ad una Holding il terreno denominato Bosco Torto, in precedenza di proprietà dei Serra Catellani e da sempre frequentato da locali e turisti per passeggiate, gite in bicicletta e raccolta di funghi e prossimo invece ad essere trasformato in un resort di lusso.

Proprio sul carteggio di un membro del nobile casato sta facendo il dottorato il Normalista Stefano Mastromartino quando viene ucciso, defenestrato nottetempo dal quarto piano della sede comunale. I vecchietti del Bar e Alice indagano e la pista più credibile pare coinvolgere uno o più membri della nuova Giunta e presunti usi civici ancora in vigore sull’appezzamento in vendita. Ma le prime impressioni spesso non sono quelle giuste, la verità è forse più complessa e personale e, ancora una volta, servirà l’intervento di Massimo e della matematica per giungere alla soluzione del caso.

GIUDIZIO

Il precedente volume della saga del Bar Lume, ambientato in pieno periodo pandemico, era stato una piacevole sorpresa, dopo svariati racconti deludenti della serie, iniziata in maniera davvero brillante ma virata poi verso un’eccedenza di politicizzazione e di tecnicismi. Questa nuova avventura purtroppo ripropone i limiti precedenti all’ultimo exploit. Il lettore ormai conosce bene i protagonisti che però paiono aver perso la loro verve, concentrati come sono in disquisizioni politiche e spiegazioni matematiche di un intreccio che il lettore non sarebbe mai in grado di sbrogliare da solo. Ho apprezzato decisamente di più il giallo scritto a quattro mani da Malvaldi e dalla moglie, con una nuova e vivace protagonista. Il Bar Lume sembra ormai solo un’operazione commerciale. Deludente.

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