recensioni

Elizabeth Jane Howard “Il lungo sguardo”

ELIZABETH JANE HOWARD

Generalmente degli autori fornisco solo pochi dati biografici. In questo caso però la biografia dell’autrice è una premessa fondamentale per presentare il romanzo, visti gli evidenti tratti autobiografici, quindi mi ci soffermerò un po’ di più.

Elizabeth Jane Howard nacque a Londra nel 1923 in una famiglia decisamente agiata (il padre commerciava in legname e la madre era una ex ballerina russa). Nonostante l’alto livello socio-economico, la Howard ebbe un’infanzia difficile: molestata sessualmente dal padre e vittima della costante depressione della madre. Studiò recitazione e lavorò come indossatrice fino a quando si sposò giovanissima, a soli 19 anni, per sfuggire ai suoi familiari. Ebbe quasi subito una figlia ma il matrimonio durò assai poco. Si sposò di nuovo ma divorziò anche questa volta. Il terzo legame lo ebbe con lo scrittore Kingsley Amis: senz’altro il suo rapporto più importante, durato vent’anni, ma comunque assai travagliato.

A partire dagli anni ’50 la Howard trovò nella scrittura uno sfogo quasi terapeutico alle vicissitudini della sua esistenza e pubblicò 15 romanzi. La sua opera più famosa e di maggior successo è la “Saga dei Cazalet” (vedi recensione), quella più strettamente legata alla sua vita è “Il lungo sguardo”.

Elizabeth Jane Howard è morta nel 2014, a 90 anni.

IL LUNGO SGUARDO

Londra 1950. Antonia e Conrad Fleming sono una coppia sposata ormai da lungo tempo. Più che benestanti, vivono in una splendida villa a Hampstead. Hanno due figli ormai adulti: Julian, prossimo alle nozze, e Deirdre, incinta di un uomo che con la ama. E’ in questo contesto che il lettore comincia la sua conoscenza con la protagonista del romanzo, Antonia. Una donna ancora bellissima e con una vita all’apparenza perfetta. In realtà però ci si rende subito conto che Antonia ha moltissimi legami socialmente importanti ma nessun vero amico, ha con i figli un rapporto solo superficiale e, soprattutto, che tollera da anni i continui tradimenti del marito.

Tenterden (Kent) 1942. Durante la seconda guerra mondiale Antonia e i bambini hanno lasciato Londra per la campagna, mentre Conrad presta servizio come membro dei servizi segreti. Il legame fra marito e moglie già a questo punto non è dei più felici. Conrad avrebbe preferito mandare i figli in America e far rimanere Antonia a Londra. Lei non è stata capace di allontanarsi dai figli e ha preferito la campagna. Ogni incontro fra i due coniugi è una specie di partita a scacchi in cui i contendenti si fronteggiano ma ad armi impari: succube Lei, prevaricatore Lui.

Costa azzurra 1937. I Fleming sono in vacanza in Costa Azzurra con una coppia di conoscenti. E’ stata Antonia a organizzare la vacanza nel tentativo di allontanare Conrad dall’amante del momento che stava diventando decisamente troppo importante rispetto alle solite avventure. Ma la vacanza non procede bene: Conrad è annoiato dai conoscenti, dai bambini e dalla stessa Antonia e ben presto lascia la famiglia per Parigi per poi rientrare a Londra dall’amante. Antonia, dal canto suo, incontra un uomo e se ne invaghisce al punto da intrecciare una relazione.

Parigi 1927. Antonia e Conrad si sono appena sposati e sono in viaggio di nozze a Parigi. Si è trattato di un matrimonio civile, del tutto privo di fronzoli, atto più che altro a consentire ad Antonia di allontanarsi dai genitori. Conrad è presissimo dalla moglie, Antonia in un primo momento invece non ne è neanche innamorata. Ma ben presto la situazione si ribalta: Antonia si innamora perdutamente di Conrad che mostra di essere un abile manipolatore ed un incredibile egocentrico.

Sussex 1926. Antonia ha 19 anni e vive con i genitori in campagna. La madre, Araminta, è una donna splendida e consapevole di esserlo, interamente dedita alla vita sociale. Il padre invece è un uomo fin troppo riservato, del tutto disinteressato rispetto a quanto gli accade intorno e concentrato solo sui suoi studi.  Antonia è poco più di una bambina. Succube della madre ipercritica e del tutto ignorata dal padre. Tuttavia è serena, abituata a vivere in una specie di bolla, isolata dal mondo. Fino a quando non si innamora perdutamente di uno degli ospiti della madre, Geoffrey Curran.

GIUDIZIO

Dal riassunto appare subito evidente la particolarità di questo romanzo che procede all’indietro anziché in avanti. E’ la storia assolutamente realistica di una coppia come ce ne sono tante. Un’analisi profonda ed accurata delle correnti che attraversano il rapporto tra due individui. Si tratta senza ombra di dubbio di una disamina interessante ma a me personalmente il romanzo non è piaciuto. L’ho letto perché ho amato la saga dei Cazalet ed ero convinta che la Howard non potesse deludermi, invece è esattamente quello che è successo. La narrazione incredibilmente lenta, l’eccessiva interiorizzazione dei personaggi, l’assoluta impossibilità di affezionarsi alla protagonista che invece risulta sempre incredibilmente irritante, rendono il romanzo pesante e noioso. Lo sconsiglio.

il lungo sguardo

Facebooktwitterredditpinterestmail

Facebooktwitteryoutubeinstagram

Lascia un commento