recensioni

Ellen Marie Wiseman “Le donne di casa Blackwood”

ELLEN MARIE WISEMAN

Ellen Marie Wiesman ha origini tedesche ma è nata e cresciuta a Three Mile Bay, nello stato di New York dove ha conseguito il diploma di scuola di superiore. Diventata adulta, si è sposata, ha traslocato sulle rive del lago Ontario, ha avuto due figli ed ha lavorato come contabile part time. Arrivata alla maturità, ha deciso di rispolverare la sua passione adolescenziale per la scrittura ed ha ottenuto moltissimo successo già con il suo primo romanzo, del 2012. Anche i libri successivi sono andati molto bene, ricevendo il plauso di pubblico e critica. “Le donne di casa Blacwood” è il suo quarto volume e risale al 2017.

LE DONNE DI CASA BLACKWOOD

1931. Dobbin’s Corner, Stato di New York, fattoria Blackwood. Lilly ha 9 anni e vive da sempre segregata nella soffitta della casa dei suoi genitori. Solo mamma e papà sanno della sua esistenza, perché Lilly è nata con una grave malformazione, è “un abominio”. Chiusa nella sua piccola e claustrofobica stanzetta, Lilly vive attraverso i libri per ragazzi e sogna il mondo esterno basandosi sul poco che riesce ad osservare dal suo abbaino. Ha come sola amica una gatta ed ogni tanto gioca con il papà. La mamma invece si limita a nutrirla ed a ricordarle la gravità della sua situazione e la necessità di vivere sempre secondo il volere di Dio. Una notte però, mentre papà è lontano da casa per motivi di lavoro, la mamma la trascina fuori di casa e, nonostante le suppliche della bambina terrorizzata, la vende al grosso circo dei fratelli Barlow. Lilly è traumatizzata e per lungo tempo spera che il papà vada a salvarla per riportarla a casa, tanto più che, sebbene gran parte dei circensi la trattino bene, il suo diretto proprietario è un uomo cattivo e violento. Alla fine comunque la ragazzina si adatta a quella vita nomade e particolare e riesce anche a trovarvi motivi di gioia.
1956. Hatfield, Long Island, Big Al’s Dinner. Julia Blackwood manca da casa ormai da tre anni. Dopo aver trascorso un’infanzia ed un’adolescenza infelice con un padre assente e dedito all’alcool ed una madre fanatica religiosa e gelida, in seguito all’improvvisa morte del padre, la ragazza è fuggita e da allora si è sempre arrangiata con lavori precari. Nell’ultimo periodo è impiegata come cameriera in uno squallido bar, convive con un reduce ubriacone e violento ed è costantemente a corto di denaro. E’ in questa situazione che la trova l’avvocato di famiglia che le dà notizia del decesso della madre e la invita a prendere possesso della sua eredità. Julia torna dunque a casa Blackwood. Si scopre piuttosto ricca e proprietaria di un fiorente allevamento di cavalli gestito da un burbero ma efficiente fattore e da un affascinante giovane veterinario. Mentre cerca di prendere confidenza con le sue nuove possibilità e responsabilità però Julia si rende conto che nel passato della sua famiglia c’è un segreto ben custodito che gira intorno ad una donna albina e ad una bambina di nome Lilly.
La vita circense di Lilly procede fra alti e bassi. Julia indaga. Solo quando il legame fra le due donne sarà chiarito la verità di casa Blackwood verrà finalmente svelata per intero.

GIUDIZIO

Ecco un altro romanzo difficilissimo da classificare. E’ ambientato fra l’inizio degli anni ’30 e la fine dei ’50 e l’autrice accenna al problema della depressione ma in realtà il dato storico non è particolarmente rilevante. Lilly è protagonista di una grande storia d’amore e Julia sembra pronta a viverne una ma decisamente non si può parlare di un romance. L’intreccio presenta alcuni elementi tipici del mistery ma un lettore attento intuisce la verità ben prima della fine del romanzo. In definitiva è forse il caso di parlare di una saga familiare al femminile con elementi tipici di generi diversi fra loro ma ben amalgamati in una storia originale ed interessante, caratterizzata da descrizioni accurate del mondo circense dell’epoca, da uno stile elegante, da un ritmo narrativo sostenuto e da personaggi di spessore (sebbene le due protagoniste principali siano tanto ingenue e irresponsabili da suscitare rabbia). Il tema della paura del diverso è reso benissimo e il trattamento riservato a Lilly e agli altri fenomeni da baraccone porta a fremere di indignazione. Non escludo di acquistare anche i romanzi precedenti della stessa autrice.

 

Le donne di casa Blackwood

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