recensioni

PAOLO ROVERSI “L’UOMO DELLA PIANURA (LA QUINTA INDAGINE DI ENRICO RADESCHI)”

PAOLO ROVERSI

Paolo Roversi è nato a Suzzara, in provincia di Mantova, nel 1975; si è laureato in Storia contemporanea all’università di Nizza; si è stabilito a Milano (dove vive ancora oggi) ed ha iniziato una carriera assai articolata.

Ha collaborato con numerosi giornali e riviste (“Corriere della sera”, “Rolling Stone”, “GQ”, ecc), ha lavorato come sceneggiatore per la televisione (“Distretto di polizia”), gestisce la casa editrice digitale “MilanoNera” e scrive libri.

Roversi è considerato uno dei massimi esponenti del noir metropolitano ed i suoi romanzi hanno vinto numerosissimi premi. La sua fama come giallista è in gran parte dovuta alla serie che ha come protagonista il giornalista hacker Enrico Radeschi. Si tratta di sei volumi tutti autoconclusivi ma che varrebbe la pena di affrontare in base all’ordine cronologico previsto dall’autore (rispettando anche l’uscita in corso d’opera di alcuni prequel):

1 – La confraternita delle ossa

2 – Blue Tango

3 – La mano sinistra del diavolo

4 – Niente baci alla francese

5 – L’uomo della pianura

6 – Cartoline dalla fine del mondo

7 – Alle porte della notte

L’UOMO DELLA PIANURA (LA QUINTA INDAGINE DI ENRICO RADESCHI)

Milano, anni ’70. A San Vittore arriva un ventenne ingiustamente accusato di omicidio. Dopo le prime traumatiche settimane, il ragazzo non solo si abitua alla vita del carcere ma si scopre decisamente portato per il crimine e, con il soprannome di Hurricane (tratto da una nota canzone di Bob Dylan), finisce con il ricoprire un ruolo di spicco nella gerarchia “della buia”.

Capo di Ponte Emilia, Bassa Padana, giorni nostri. Una bella e spregiudicata ragazza del posto viene trovata uccisa. Il presunto colpevole è uno dei lavoranti indiani del padre che però si è dato alla macchia. Il giornalista-hacker Enrico Radeschi, nota firma del Corriere della sera, originario del posto, torna a casa per seguire l’indagine.

Milano, anni ’70. Riconosciuto finalmente innocente in appello, dopo due anni di carcere, Hurricane viene liberato ma decide di costruire il suo futuro sfruttando le sue nuove capacità criminali.

Capo di Ponte Emilia, giorni nostri. Mentre le autorità sono ancora alla ricerca dell’assassino indiano, nel paesino della Bassa vengono rinvenute due auto targate Milano con evidenti tracce ematiche. Radeschi, con il fiuto tipico del bravo giornalista di nera, intuisce subito che dietro l’insolito ritrovamento deve nascondersi una storia interessante e convince il suo direttore a fargli seguire anche questa seconda indagine.

Il legame fra Hurricane e gli avvenimenti odierni non tarderà troppo a venire alla luce e Radeschi rischierà in prima persona e stavolta perderà davvero molto pur di far venire alla luce la verità.

GIUDIZIO

Il quinto romanzo delle avventure di Radeschi ha una costruzione diversa dai precedenti, con una continua alternanza fra il passato, narrato in prima persona da Hurricane, ed il presente, descritto invece da una voce fuori campo. La scelta stilistica dell’autore vuole mettere ulteriormente in evidenza la netta separazione tematica. Ad Hurricane ed alla sua storia è affidata la parte noir del romanzo, quella del sangue, di una Milano davvero violenta che non andrebbe dimenticata e di un personaggio che, seppur inizialmente costretto dalle circostanze avverse, per altro ben sottolineate ed evidenziate, poi sceglie scientemente la via del crimine. A Radeschi ed ai suoi comprimari, da Fuster a Sebastiani, da Delia a Boskovic fino ai personaggi più macchiettistici, spetta il compito di far sorridere, di stemperare la tensione e di gestire l’indagine secondo i canoni del giallo classico. Il mix scelto dall’autore è azzecatissimo: il risultato finale è una storia appassionante, che travolge dalla prima all’ultima pagina, fra brividi e risate. Fino ad ora, a mio parere, il romanzo migliore della serie.

Facebooktwitterredditpinterestmail

Facebooktwitteryoutubeinstagram

Lascia un commento