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MATTHEW SULLIVAN “MEZZANOTTE ALLA LIBRERIA DELLE GRANDI IDEE”

MATTHEW SULLIVAN

Matthew Sullivan è uno scrittore americano di mezza età, sposato e con due figli. E’ nato e cresciuto a Denver, in Colorado, con sette fratelli. Si è laureato a San Francisco e ha preso il master alla University of Idaho. Per anni ha lavorato come libraio, sia a Denver che a Boston e, contemporaneamente, ha pubblicato numerosi racconti che gli sono valsi diversi premi. In un secondo momento ha ottenuto una cattedra in scrittura, lettere e cinema presso un college dello Stato di Washington.

“Mezzanotte alla libreria delle Grandi Idee” è il suo primo romanzo, premiato da Amazon Goodreads e citato dal Suspense Magazine come miglior esordio dell’anno.

MEZZANOTTE ALLA LIBRERIA DELLE GRANDI IDEE

Lydia Smith è una bella ragazza di nemmeno trent’anni. Convive da tempo con David, un bell’informatico, e lavora come commessa presso la recente ed enorme libreria delle Grandi Idee, nel centro di Denver. Da sempre introversa, Lydia si trova benissimo sul lavoro. Stima i colleghi e, soprattutto, ama i libri. Il contatto con il pubblico non la disturba, in particolare quello con i così detti Topi di Libreria, lettori solitari, spesso disadattati, che hanno eletto la Grandi Idee a loro seconda dimora e vi bivaccano in pianta stabile.

Una sera, in prossimità della chiusura, Lydia scopre Joey, uno dei “Topi” più giovani, cui è particolarmente affezionata, impiccato fra gli scaffali di uno dei reparti. Lo shock è grande e peggiora quando la giovane donna scopre, fra gli effetti personali del ragazzo, prima una foto di lei bambina, poi tutta una serie di confusi messaggi che il giovane le ha lasciato attraverso alcuni libri.

Seguendo queste briciole di pane, Lydia ripercorrerà la storia di Joey e finirà così per portare alla luce anche un episodio incredibilmente traumatico e raccapricciante del suo stesso passato.

GIUDIZIO

Il romanzo di Sullivan parte in sordina e con qualche difetto nella time line. Mano a mano che ci si addentra nella narrazione però l’autore pare quasi prendere fiducia e la storia procede su un doppio binario ben oleato. Lo stile è lineare ma trasmette comunque molto bene non tanto il senso di angoscia, quanto piuttosto la tristezza, l’idea di esistenze troncate a metà, mai pienamente realizzate. I personaggi sono ben costruiti ed esemplificativi di un mondo moderno piuttosto alienante e menefreghista, dove gli anelli deboli sono destinati a soccombere o comunque a ritirarsi in ambienti ristretti, ai margini.

Più che di un thriller vero e proprio, io parlerei di un bel mistery, di un autore dalle grandi potenzialità che, da lettrice, terrò sicuramente d’occhio.

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