recensioni

Viviana Giorgi “Zitta e ferma Miss Portland!”

VIVIANA GIORGI

Viviana Giorgi è una ex giornalista, vive a Milano e scrive romanzi rosa. La stragrande maggioranza dei suoi lavori sono commedie romantiche contemporanee, ma talvolta, con lo pseudonimo di Georgette Grig, ambienta i suoi racconti nell’Inghilterra regency o vittoriana. L’anno scorso, in occasione dell’anniversario del primo Romance Regency, cioè il “Dandy della Reggenza” di Georgette Heyer del 1935, ha pubblicato “Zitta e ferma Miss Portland!”

ZITTA E FERMA MISS PORTLAND!

Miss Sophie Portland è un’aristocratica di 28 anni. Rimasta orfana di madre da bambina, è cresciuta con il padre in India, libera e vivace, ben lontana dalle rigide regole del Ton. Rimasta priva di mezzi alla morte del padre (le proprietà ed il titolo passati automaticamente al cugino, erede maschio), rientra in Inghilterra, graditissima ospite della madrina. Lady Rumphill adora la figlioccia e decide di farla debuttare e di trovarle un marito, sebbene in realtà Sophie sia poco interessata a sistemarsi e conti piuttosto di vivere con i proventi dei suoi romanzi, per i quali ha appena trovato un editore. Poco tempo dopo l’arrivo in patria, Sophie si imbatte, per puro caso in Thomas Bewick. L’ottavo conte di Maylon ha una decina di anni in più rispetto a Sophie, è un uomo pragmatico ed uno scapolo convinto. Fra i due scoppia subito la scintilla, ma le differenze culturali e di formazione ostacolano lo sbocciare di una vera relazione. A complicare le cose la storia d’amore fra la sorella del conte e un caro amico di Miss Portland, il conte di Bantingen , che in passato hanno rischiato lo scandalo e che ora devono convincere Maylon ad acconsentire al loro matrimonio.

IL GIUDIZIO

Lo stile della Giorgi è scorrevole e le descrizioni di luoghi ed abiti particolareggiate. Tuttavia ho trovato spiacevole il continuo passaggio dallo stampatello delle parti descrittive al corsivo di quelle più strettamente narrative, nonché il continuo ripetersi degli appellativi “my Lady e “my Lord” che non ho riscontrato in nessun altro romanzo simile. Inoltre, dato il periodo storico d’ambientazione e l’ambiente sociale di riferimento, la protagonista principale mi è parsa poco credibile, senz’altro troppo spregiudicata. Ancora, sebbene l’intreccio di fondo, cioè una reciproca ed immediata attrazione ostacolata dal carattere orgoglioso di entrambi i protagonisti,  sia tipico del genere e senz’altro adeguato, trovo che l’autrice sia stata troppo prolissa e ripetitiva nel giungere all’inevitabile lieto fine.

In conclusione trovo che il romanzo non sia al livello di quelli di Georgette Heyer o della Serie del 67 di Clarges Street della Beaton.

zitta e ferma miss portland

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